Grazie a un algoritmo elaborato dai ricercatori italiani, gli inquirenti sono riusciti a sbloccare l’iPhone di Tiziana Cantone, che sarà ore prezioso per le indagini. E adesso si potrà fare luce sui fatti che hanno portato la giovane napoletana a questo gesto estremo. I carabinieri sono riusciti quindi ad eccedere alla memoria del telefono senza ricorrere all’aiuto, richiesto senza esito dalla Procura, della Apple, la casa produttrice del dispositivo. Il bug utilizzato per portare a termine questa operazione si chiama tecnicamente “brute force”, una sorta di attacco frontale al sistema di protezione che riesce a inserire ogni chiave di apertura possibile finché non trova quella giusta. Senza il problema dell’autodistruzione della serratura virtuale dopo dieci tentativi andati a vuoto.
Una strategia simile a quella utilizzata dall’Fbi per entrare nel sistema Apple istallati sugli Iphone degli attentatori di San Berardino, in California. E’ passato un anno da quando Cupertino si era opposto allo sblocco del dispositivo dei terroristi per questioni di sicurezza nazionale degli Stati Uniti, facendo così esplodere un caso politico, giuridico e mediatico. Gli investigatori partenopei sperano ora di riuscire a fare luce la drammatica vicenda del suicidio della 31enne originaria della provincia di Napoli, ricostruendo le conversazioni avute nelle chat di Whatsapp da cui si sarebbe irradiato in rete, inarrestabile, il video hot per il quale divenne ‘famosa’ e che poi le avrebbe distrutto la vita. La ragazza si tolse la vita nel settembre dello scorso anno; il video era diventato un tormentone e lei stessa divenne una sorta di icona al contrario, sbeffeggiata sul web e sui social.