Scatta nuovo allarme smog: -85% di pioggia al Nord

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E’ allarme smog nelle città e siccità nelle campagne del nord Italia dove è caduto l’85% di pioggia in meno rispetto alla media con punte del – 96% a Milano che hanno fatto scattare misure straordinarie che prevedono anche un parziale blocco del traffico per i veicoli più inquinanti. È quanto emerge da un’analisi della Coldiretti sui dati territoriali Ucea relativi alla seconda decade di febbraio dai quali emerge peraltro una situazione anomala in tutto il nord dal Piemonte (-83%) al Veneto (-92%), dall’Emilia Romagna (-85%) al Friuli Venezia Giulia (-95%), dalla Liguria (-88%) al Trentino Alto Adige (-93%). L’anomalia climatica – continua la Coldiretti – è percepibile anche dalle alte temperature con le massime che al nord sono risultate 1,5 gradi superiori alla media mentre il differenziale sale addirittura a 2,7 gradi per quelle minime, nel periodo considerato. Mentre nelle città la mancanza di pioggia ha causato l’innalzamento dei livelli di inquinamento, nelle campagne – sottolinea la Coldiretti – è la siccità a preoccupare per la mancanza di acqua necessaria alle piante per la stagione irrigua. Una situazione aggravata dal fatto che al nord particolarmente secchi rispetto alla media sono stati anche il mese di dicembre con il 79% di precipitazioni in meno e quello di gennaio con un -57%, solo in parte mitigati dall’andamento della prima decade di febbraio. Il risultato – fa sapere ancora la Coldiretti – è visibile nei principali bacini idrici dove secondo l’ultimo monitoraggio della Coldiretti: il lago di Como è a -27,4 centimetri dallo zero idrometrico rispetto a una media di +9,5 centimetri, il lago d’Iseo è a -11,9 centimetri rispetto a una media di +26,5 centimetri, e il lago Maggiore pur essendo a +21,6 centimetri sopra lo zero idrometrico è sotto di oltre 46 centimetri rispetto alla media del periodo. La pioggia e le nevicate invernali – spiega la Coldiretti – sono determinanti per ricostruire le riserve idriche necessarie alle piante per la ripresa vegetativa primaverile. Siamo di fronte – precisa l’associazione degli agricoltori – agli effetti dei cambiamenti climatici che si stanno manifestano con pesanti conseguenze sull’agricoltura italiana che negli ultimi dieci anni ha subito danni per 14 miliardi di euro. Si moltiplicano gli eventi estremi, sfasamenti stagionali e precipitazioni brevi, ma intense e il repentino passaggio dal sereno al maltempo. Siccità e bombe d’acqua con forti piogge a carattere alluvionale, ma anche gelate estreme e picchi di calore anomali si alternano lungo l’anno e lungo tutta la Penisola. Di fronte al cambiamento non si può continuare a rincorrere le emergenze con la danza della pioggia ma bisogna intervenire in modo strutturale con il contenimento delle emissioni ma anche favorendo nelle città la diffusione del verde pubblico e privato capace di catturare lo smog. Le piante – sottolinea la Coldiretti – concorrono a combattere le polveri sottili e gli inquinanti gassosi ma in Italia ogni abitante dispone nelle città capoluogo di appena 31,1 metri quadrati di verde urbano. Per questo è necessario introdurre misure di defiscalizzazione degli interventi su giardini e aree verdi da realizzare con un meccanismo simile a quello previsto per il risparmio energetico, le abitazioni, i mobili o gli elettrodomestici. Una pianta adulta – sottolinea la Coldiretti – è capace di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili con un ettaro di piante elimina circa 20 chili di polveri e smog in un anno. Oltre a svolgere funzioni di tipo estetico e psicofisico le aree verdi – continua la Coldiretti – producono effetti che concorrono, in modo rilevante, all’eliminazione delle polveri e degli inquinanti gassosi, al miglioramento del microclima, attraverso l’ombreggiamento e l’emissione di imponenti volumi di vapore acqueo, alla riduzione dei rumori e alla protezione del suolo. Di fronte all’aumento del traffico occorre quindi – continua la Coldiretti – salvaguardare ed incentivare gli spazi verdi nelle città per l’importante funzione che svolgono per l’ambiente, la salute, l’economia ed anche l’estetica. In Italia il 17,2% delle città ha una dotazione pro capite di verde pubblico pari o superiore ai 50 metri quadrati per abitante, mentre nel 16,4% non si raggiunge la soglia dei 9 metri quadrati pro capite. Matera, Trento, Potenza, Sondrio, Iglesias, Terni, Pordenone, Gorizia, Reggio Calabria e Verbania salgono nella top ten dei capoluoghi con maggiore densità di verde pubblico per abitante mentre in fondo alla classifica si trova Caltanissetta e a seguire Crotone, Trani e Taranto, Trapani, Isernia Olbia Genova Chieti Barletta e L’Aquila. Per quanto riguarda le grandi metropoli a Milano – conclude la Coldiretti – sono disponibili 17,2 metri quadrati per abitante mentre a Roma 15,9.

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