Scoperta esopianeti, sono incredibilmente simili a Terra: “La ricerca di forme di vita è a portata di mano”

  • Questa rappresentazione artistica mostra la veduta dalla superficie di uno dei pianeti del sistema di TRAPPIST-1. Credit: ESO/M. Kornmesser/spaceengine.org
  • Il diagramma confronta le orbite dei pianeti appena scoperti intorno alla debole stella rossa TRAPPIST-1 con quelle delle lune di Giove scoperte da Galileo e con il Sistema Solare interno. Tutti i pianeti di TRAPPIST-1 sono più vicini alla stella madre di quanto non sia Mercurio al Sole. Poichè la loro stella è più debole, però, risultano esposti a livelli di irraggiamento simili a quelli di Venere, Terra e Marte nel Sistema Solare. Credit: ESO/O. Furtak
  • Il grafico confronta le dimensioni dei pianeti appena scoperti intorno alla debole stella rossa TRAPPIST-1 con le lune di Giove scoperte da Galileo e con il Sistema Solare interno. Tutti i pianeti trovati intorno a TRAPPIST-1 sono di dimensioni simili alla Terra. Credit: ESO/O. Furtak
  • Questo grafico mostra la variazione di luminosità della stella nana ultrafredda nota come TRAPPIST-1 durante un periodo di 20 giorni in settembre e ottobre 2016, misurata dal satellite spaziale Spitzer della NASA e da altri telescopi da terra. In molte occasioni la luminosità della stella diminusce per un breve periodo e poi ritorna al livello normale. Questi eventi, chiamati transiti, sono dovuti a uno o più dei sette pianeti che passano di fronte alla stella madre e ne bloccano in parte la luce. La parte inferiore del grafico mostra quali pianeti sono responsabili dei transiti. Credit: ESO/M. Gillon et al.
  • Questo grafico mostra le dimensioni relative delle orbite dei sette pianeti che ruotano intorno alla stella nana ultrafredda TRAPPIST-1. L'area ombreeggiata mostra l'estensione della zona abitabile, dove potrebbero esistere oceani di acqua liquida, sulla superificie del pianeta. L'orbita del pianeta più esterno, TRAPPIST-1h, non è ben nota al presente. Le linee tratteggiate mostrano limiti alternativi per la zona abitabile, basati su diverse assunzioni teoriche. Credit: ESO/M. Gillon et al.
  • Questo grafico mostra la variazione di luminosità della debole stella nana TRAPPIST-1 durante un insolito transito triplo l'11 dicembre 2015. Mentre la stella veniva osservata con lo strumento HAWK-I montato sul VLT (Very Large Telescope) dell'ESO, tre pianeti sono passati di fronte al disco della stella, bloccando via via parte della sua luce. Questa storica curva di luce mostra per la prima volta tre pianeti temperati, di dimensioni paragonabili a quella della Terra, due dei quali nella zona abitabile, che passano di fronte alla propria stella madre. Credit: ESO/M. Gillon et al.
  • Questo grafico mostra come la luce della nana ultrafredda nota come TRAPPIST-1 diminuisca a mano a mano che i sette pianeti passano di fronte alla stella e bloccano parte della sua luce. I pianeti maggiori producono abbassamenti più significativi e i più distanti hanno transiti più lunghi poichè orbitano più lentamente. I dati sono stati ottenuti dalle osservazioni fatte con il telescopio spaziale Spitzer della NASA. Credit: ESO/M. Gillon et al.
  • Questo grafico confronta il Sole e il sistema Solare interno con il sistema planetario di TRAPPIST-1. La stella nana ultrafredda è molto più debole e più piccola del Sole e i pianeti sono in orbite molto più piccole di quella di Mercurio nel Sistema Solare. Credit: ESO/O. Furtak
  • Questo grafico mostra le stelle visibili a occhio nudo in una notte buia e serena nella vasta costellazione dell'Acquario. È indicata la posizione della nana ultrafredda, rossa e molto debole, nota come TRAPPIST-1. Anche se relativamente vicina al Sole, la sua debole luce la rende non visibile anche con un piccolo telescopio. Credit: ESO/IAU and Sky & Telescope
  • Questa immagine mostra il Sole e la nana ultrafredda TRAPPIST-1, in scala. La debole stella ha un diametro pari all'11% del diametro del Sole e ha un colore molto più rosso. Credit: ESO
  • Questa rappresentazione artistica mostra la veduta appena sopra la superficie di uno dei pianeti del sistema di TRAPPIST-1. Almeno sette pianeti orbitano questa nana ultrafredda a circa 40 anni luce dalla Terra e sono tutti più o meno della stessa dimensione della Terra. Molti di questi si trovano alla giusta distanza dalla propria stella madre per avere acqua liquida sulla superficie. Credit: ESO/M. Kornmesser/spaceengine.org
  • Questa infografica mostra alcune rappresentazioni artistiche di come potrebbero apparire i sette pianeti in orbita intorno a TRAPPIST-1 - inclusi alcuni possibili oceani d'acqua - insieme a immagini dei pianeti rocciosi del Sistema Solare. I valori delle dimensioni e dei periodi orbitali di tutti i pianeti sono indicati per confronto; i pianeti di TRAPPIST-1 sono tutti di dimensioni paragonabili a quelle della Terra. Credit: NASA
  • Questa rappresentazione artistica mostra TRAPPIST-1 e i suoi pianeti su una superficie riflettente. La potenziale presenza di acqua suii pianeti è evocata dalla brina, dalle gocce d'acqua e dal vapore che circonda la scena. L'immagine è sulla copertina del numero del 22 febbraio 2017 di Nature. Credit: NASA/R. Hurt/T. Pyle
  • Confronto tra le dimensioni dei pianeti del sistema TRAPPIST-1, allineati in ordine di distanza dalla stella madre. Le superfici dei pianeti sono riportate con rappresentazioni artistiche delle loro potenziali caratteristiche superficiali, tra cui acqua, ghiaccio e atmosfera. Credit: NASA/R. Hurt/T. Pyle
  • Rappresentazione artistica del sistema TRAPPIST-1, che mostra i sette pianeti in varie fasi. Quando un pianeta transita sul disco della nana rossa, come accade a due dei pianeti mostrati, crea un abbassamento nella luce della stella visibile dalla Terra. Credit: NASA
  • Questa rappresentazione artistica mostra la veduta dall'alto dalla superficie di uno dei pianeti del sistema di TRAPPIST-1. Sono almeno sette i pianeti in orbita intorno alla stella nana ultrafredda a circa 40 anni luce dalla Terra e hanno tutti una dimensione simile a quella della Terra. Molti sono alla giusta distanza dalla stella perché l'acqua possa essere liquida sulla superficie. Credit: ESO/M. Kornmesser/spaceengine.org
  • Questa rappresentazione artistica mostra la veduta dall'alto dalla superficie di uno dei pianeti centrali del sistema di TRAPPIST-1, con il bagliore della stella che illumina la superficie rocciosa. Sono almeno sette i pianeti in orbita intorno alla stella nana ultrafredda a circa 40 anni luce dalla Terra e hanno tutti una dimensione simile a quella della Terra. Molti sono alla giusta distanza dalla stella perché l'acqua possa essere liquida sulla superficie. Credit: ESO/M. Kornmesser/spaceengine.org
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La NASA ha annunciato oggi una sensazionale scopertaal di là del nostro sistema solare“: 7 pianeti di dimensioni simili alla Terra ad appena 40 anni luce da noi, individuati mentre passavano di fronte alla propria stella madre, la nana ultrafredda nota come TRAPPIST-1. Tre dei pianeti si trovano nella zona abitabile e potrebbero ospitare oceani d’acqua in superficie, aumentando la probabilità che il sistema stellare possa ospitare la vita. Questo sistema contiene il maggior numero di pianeti di dimensione terrestre trovato finora e il più grande numero di mondi che possano sostenere acqua liquida in superficie.

I pianeti orbitano intorno alla nana rossa fredda TRAPPIST-1: chiamati TRAPPIST-1b, c, d, e, f, g e h in ordine di distanza crescente dalla stella madre, hanno dimensioni simili a quelle della Terra.

Tutti e sette i pianeti scoperti nel sistema potrebbero avere acqua liquida in superficie, anche se le distanze orbitali rendono alcuni candidati più promettenti di altri. I pianeti hanno anche temperatura simile a quella terrestre: i sei più vicini alla stella TRAPPIST-1, probabilmente rocciosi, potrebbero avere una temperatura in superficie tra 0 e 100 grandi, range in cui può esistere acqua liquida.

Questa rappresentazione artistica mostra TRAPPIST-1 e i suoi pianeti su una superficie riflettente. La potenziale presenza di acqua suii pianeti è evocata dalla brina, dalle gocce d'acqua e dal vapore che circonda la scena. L'immagine è sulla copertina del numero del 22 febbraio 2017 di Nature. Credit: NASA/R. Hurt/T. Pyle
Questa rappresentazione artistica mostra TRAPPIST-1 e i suoi pianeti su una superficie riflettente. La potenziale presenza di acqua suii pianeti è evocata dalla brina, dalle gocce d’acqua e dal vapore che circonda la scena. L’immagine è sulla copertina del numero del 22 febbraio 2017 di Nature. Credit: NASA/R. Hurt/T. Pyle

Il primo autore Michaël Gillon dell’Istituto STAR all’Università di Liegi in Belgio ha dichiarato durante la conferenza stampa: “È un sistema planetario sorprendente, non solo perché abbiamo trovato così tanti pianeti, ma perché sono incredibilmente simili per dimensione alla Terra!”
Gli studi che hanno portato alla scoperta sono stati possibili grazie ai progressi della tecnologia, che consentono di determinare la composizione atmosferica e la ricerca di tracce chimiche di vita.”
L’area abitabile in cui sono presenti tre di questi pianeti è molto promettente. Abbiamo scoperto che in almeno uno è molto probabile la presenza di acqua.”
Si tratta della prima volta che osserviamo così tanti pianeti di questo tipo intorno alla stessa stella.

Vent’anni dopo l’individuazione dei primi pianeti extrasolari si tratta di una delle più grandi scoperte e la ricerca di forme di vita su un altro pianeta è oggi a portata di mano,” ha dichiarato Didier Queloz, dell’Università di Ginevra, coautore dello studio.

Quello che sorprende è che i pianeti sono quasi uguali per dimensioni. Il loro raggio è circa il 15% di quello della Terra e hanno una temperatura media simile a quella del nostro pianeta. Sono molto più vicini alla loro stella che non la Terra al Sole,” ha spiegato Franck Selsis, ricercatore dell’Università di Bordeaux e coautore dello studio. “Si tenga presente però che l’acqua in forma liquida però è requisito fondamentale per la vita, anche se non sufficiente“.

“La produzione energetica delle stelle nane come Trappist-1 è molto più debole di quella prodotta dal Sole. Perché ci sia acqua liquida in superficie, i pianeti dovrebbero essere in orbite più vicine di quanto vediamo nel Sistema Solare. Fortunatamente sembra che questa configurazione compatta sia proprio ciò che troviamo intorno a Trappist-1“, spiega il co-autore della ricerca, Amaury Triaud, dell’università di Cambridge. “Abbiamo la possibilità di un bersaglio” per verificare la presenza eventuale della vita. Sui nuovi pianeti “ci dovrebbe essere una luce di intensità duecento volte inferiore a quella che abbiamo sulla Terra a mezzogiorno. Un po’ come il grado di illuminazione al tramonto del Sole“.

Questa infografica mostra alcune rappresentazioni artistiche di come potrebbero apparire i sette pianeti in orbita intorno a TRAPPIST-1 - inclusi alcuni possibili oceani d'acqua - insieme a immagini dei pianeti rocciosi del Sistema Solare. I valori delle dimensioni e dei periodi orbitali di tutti i pianeti sono indicati per confronto; i pianeti di TRAPPIST-1 sono tutti di dimensioni paragonabili a quelle della Terra. Credit: NASA
Questa infografica mostra alcune rappresentazioni artistiche di come potrebbero apparire i sette pianeti in orbita intorno a TRAPPIST-1 – inclusi alcuni possibili oceani d’acqua – insieme a immagini dei pianeti rocciosi del Sistema Solare. I valori delle dimensioni e dei periodi orbitali di tutti i pianeti sono indicati per confronto; i pianeti di TRAPPIST-1 sono tutti di dimensioni paragonabili a quelle della Terra. Credit: NASA

Sara Seager, docente di scienza e fisica planetaria presso il Massachusetts Institute of Technology, Cambridge, ha dichiarato durante il briefing: “Abbiamo molte possibilità con questa scoperta, non sappiamo molto sui pianeti per ora, ma il sistema ha già catturato la nostra immaginazione.

In riferimento alla ricerca di vita altrove, questo sistema è da oggi la nostra migliore scommessa“, sintetizza uno degli autori della scoperta, Brice-Olivier Demory, professore alla University of Bern’s.

Nonostante sia una possibilità fondata, “non è ancora stata confermata ufficialmente la presenza d’acqua, ci vorrà molto tempo per averne l’assoluta certezza,” spiegano gli esperti rispondendo alle domante tratte dai social. “In tal modo abbiamo provato che scoprire questi mondi è possibile, che questi mondi esistono.” Ovviamente, hanno spiegato gli scienziati, si tratta di uno studio appena iniziato e ci sono ancora numerose domande a cui rispondere. I ricercatori devo ancora comprendere se uno dei sette pianeti, ad esempio, ha una qualche forma di atmosfera.

Ulteriori studi potranno essere condotti con il nuovo telescopio spaziale “James Webb” che la NASA lancerà nel 2018. Da quel momento in poi, dichiara Michaël Gillon, “potremo valutare le caratteristiche dell’atmosfera del pianeta e magari trovare anche dei biomarcatori, cioè delle molecole come quelle dell’acqua, dell’ozono, dell’anidride carbonica, del metano che potranno darci indicazioni sulla presenza di vita su quei pianeti“.

“Non se ma quando”

Questa immagine mostra il Sole e la nana ultrafredda TRAPPIST-1, in scala. La debole stella ha un diametro pari all'11% del diametro del Sole e ha un colore molto più rosso. Credit: ESO
Questa immagine mostra il Sole e la nana ultrafredda TRAPPIST-1, in scala. La debole stella ha un diametro pari all’11% del diametro del Sole e ha un colore molto più rosso. Credit: ESO

Possiamo dire che trovare una seconda Terra non è più una questione di se ma di quando“, ha sottolineato Thomas Zurburchen, direttore associato del “Science Mission Directorate” della NASA. La stella del nuovo sistema, Trappist-1, era stata scoperta dei ricercatori dell’Università di Liegi e dal Massachusetts Institute of Technology nel maggio del 2016. Ha dimensioni simili a quelle di Giove ed è un po’ più fredda e un po’ più piccola del sole. I sette pianeti sono molto vicini tra di loro e alla stella, cinque volte inferiore alla distanza che c’è tra Mercurio e il Sole. In ordine di distanza da Trappist-1, il loro moto di rivoluzione dura da un giorno e mezzo a circa 13 giorni terresti.

L’orbita del pianeta più distante non è ancora nota.

La superficie di uno di questi pianeti riceve una quantità di luce 200 volte inferiore a quella della Terra come il Sole ma è sufficiente per garantire una temperature mite poiché la stella è molto vicina.

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