In tempi normali, nel calendario degli agriturismi, questo sarebbe il momento di cominciare a registrare le prenotazioni per Pasqua e Pasquetta. Invece, dopo i ripetuti terremoti in Centro Italia, le strutture ricettive ‘verdi’ di Marche, Umbria, Abruzzo e Lazio continuano a fare la conta delle perdite. L’effetto ‘panico’ generato attorno al sisma ha bloccato i turisti, nonostante la maggior parte delle 3.852 aziende agrituristiche presenti nelle 4 regioni si trova in aree lontane dal cratere, in cui sono rispettate tutte le norme di sicurezza. Eppure un movimento che – prima degli eventi sismici iniziati il 24 agosto scorso – generava un fatturato annuo da 173 milioni di euro negli agriturismi dell’Appennino, ora segna un crollo verticale delle presenze, con i flussi turistici diminuiti fino al 50% anche nelle zone non colpite e nonostante il 95% delle strutture in perfetta efficienza. Questa la fotografia scattata da Turismo Verde, l’associazione agrituristica della Cia-Agricoltori Italiani, durante la sua Assemblea nazionale, oggi a Spoleto presso l’agriturismo ‘Il Baio’. Un’azienda e un luogo scelti a simbolo per dare un segnale preciso e avviare un rilancio del comparto. Come recita lo slogan dell’appuntamento: “Agriturismo presidio del territorio, pilastro per la ricostruzione”. Secondo Turismo Verde-Cia, infatti, la rinascita del Centro Italia passa anche per le imprese agricole e agrituristiche che sono fondamentali per garantire la tenuta del tessuto socio-economico di queste zone del Paese, soprattutto delle aree interne. Per questo, l’organizzazione chiede alle Istituzioni di promuovere al più presto una campagna di sensibilizzazione per riportare le persone nelle regioni colpite dal sisma e rilanciare il turismo rurale, non solo con spot pubblicitari ma anche attraverso misure incentivanti come sgravi fiscali o ‘sconti famiglia’. D’altra parte, come raccontano i dati di settore dell’Ufficio studi della Cia presentati nel corso dell’Assemblea nazionale di Turismo Verde, la situazione è drammatica: le 2.450 strutture agrituristiche nelle Province colpite dal terremoto già registrano mancati introiti per 33 milioni di euro. Ancora più grave la perdita economica per gli agriturismi che si trovano all’interno del cratere del sisma: 655 aziende che, tra danni e assenza di guadagni, hanno già visto sfumare circa 12 milioni di euro dal 24 agosto a oggi. “Con oltre un miliardo di euro di fatturato medio annuo -ha detto il presidente nazionale della Cia, Dino Scanavino – il movimento agrituristico in Italia è un fenomeno in costante crescita dal 1985 (+55% in dieci anni), rappresentando uno degli asset più performanti del settore primario e dell’economia nazionale. Il ruolo multifunzionale dell’azienda agricola ha consentito di garantire, oltre alla manutenzione e alla difesa di territori e paesaggi tipici, un indotto non secondario per le altre attività turistiche e commerciali. Solo nelle regioni della dorsale appenninica colpite dal terremoto questo valore complessivo è quantificabile in circa 300 milioni: sinonimo di occupazione, sviluppo e oggi possibilità di rinascita”. Sulla stessa linea il presidente nazionale di Turismo Verde, Giulio Sparascio: “Con quasi 240 mila posti letto e oltre 430 mila coperti a tavola, l’agriturismo è un volano su cui ora si può riattivare l’economia dell’Appennino e la ricostruzione di aree interne oggi in grave difficoltà e a rischio abbandono e spopolamento -ha spiegato-. Bisogna spegnere le paure ingiustificate e tornare a riempiere gli agriturismi e le strutture ricettive di tutto l’Appennino. Tornare a visitare le regioni e le province colpite dal terremoto rappresenta un gesto di vera solidarietà. Per non perdere una risorsa preziosa come il turismo e permettere al Centro Italia di ripartire”.
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Terremoti Centro Italia, Cia: brusco stop del turismo rurale
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