La situazione ad Amatrice è critica, e i cimiteri non fanno eccezione. Come spiega una cittadina della località colpita dal sisma che quasi ogni giorno si reca al cimitero per far visita a un suo familiare morto sotto le macerie del Terremoto della scorsa estate: “Me lo dica lei se questo è un cimitero di un paese civile, entri pure, vada a vedere con i suoi occhi”. Anche il cancello chiuso non le impedisce di entrare: si arrampica su un cumulo di macerie e attraversa alcune tombe di famiglia pericolanti. A quasi sei mesi dal sisma una dozzina di feretri a vista sono ancora lì, esposti alle intemperie. Le bare sono in mezzo alle macerie, altre sono ancora dentro ai fornetti, senza lapidi e alcune sono schiacciate all’interno di essi. Quelle più vecchie risultano gravemente danneggiate ed è possibile scorgerne il contenuto. Nella parte sinistra del cimitero è possibile vedere gli ingenti danni provocati dalle scosse del 24 Agosto e del 30 Ottobre: diverse cappelle sono crollate e sono ormai inaccessibili, mentre decine di lapidi sono cadute a terra rovinandosi, mentre i resti di alcuni defunti fuoriescono.
A Patarico, una delle frazioni di Amatrice colpite dal Terremoto, la situazione è analoga: per raggiungere il piccolo cimitero è necesaro attraversare il paese e percorrere una strada sterrata. Anche qui ci sono sarcofaghi a cielo aperto, fornetti aperti, cassette di zinco tra le macerie. Il Terremoto ha spostato anche la grossa pietra che copriva l’ossario ed ha distrutto alcune tombe di famiglia. Scenario uguale a quello che è possibile vedere a Sommati e Sant’Angelo. A Torrita, un’altra frazione di Amatrice, il camposanto si trova proprio lungo la Salaria: il cancello è chiuso con catena e lucchetto, è vietato l’ingresso, ma le scosse di Terremoto, e le nevicate delle scorse settimane, hanno abbattuto una parte del muro di cinta, pertanto è possibile entrare. Dentro ci sono ancora bare a cielo aperto e lapidi in pezzi.
A lanciare l’allarme nei giorni scorsi era stato il sindaco Sergio Pirozzi citando una relazione dei suoi tecnici che parlava di “centinaia di feretri” ancora ricoverati in strutture pericolanti e “decine esposti all’aperto”. “Durante i sopralluoghi svolti nei cimiteri prima delle scosse del 18 gennaio – aveva detto il sindaco di Amatrice – non si erano ravvisati problemi sanitari, ma in questi giorni si e’ evidenziato un peggioramento generale della situazione”. Per fare fronte all’emergenza, che con l’arrivo della primavera e dell’estate potrebbe diventare un grosso problema, e non solo per l’incolumità dei visitatori, il Comune di Amatrice, insieme a Caritas, Asl e Diocesi di Rieti, sta pianificando l’adozione di soluzioni temporanee per ricoverare le bare in attesa di nuovi cimiteri. Si parla di container da adibire a loculi, strutture che prima d’ora non erano mai state progettate in Italia.