Un intervento urgente per salvaguardare le imprese ed i lavoratori del turismo nei territori colpiti dal terremoto dell’Italia centrale. E’ quanto raccomanda il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca in una lettera inviata ai presidente delle Regioni interessate Ceriscioli, D’Alfonso, Marini e Zingaretti e ai membri della Commissione Ambiente e Territorio della Camera dei Deputati. “Nutriamo gravi preoccupazioni – afferma Bocca – per la situazione in cui versa il sistema economico delle imprese turistiche a seguito delle calamità che si sono verificate a partire dall’agosto 2016, con un consistente calo di presenze e di fatturato anche in territori che non hanno registrato danni strutturali di alcun genere”. Un sistema che conta quasi diecimila strutture ricettive, con una capacità ricettiva superiore a quattrocentomila letti nelle province di L’Aquila, Pescara, Teramo, Rieti, Ancona, Ascoli Piceno, Fermo, Macerata, Perugia e Terni. “Purtroppo la contrazione della domanda si sta facendo sentire anche in questo inizio del 2017 – prosegue Bocca – e abbiamo ragione di temere che possa proseguire anche nei mesi a venire. Nel 2015, negli esercizi ricettivi delle dieci province si erano registrati oltre venti milioni di pernottamenti, pari a circa il 5% delle presenze ufficiali che si registrano ogni anno in Italia. Se si dovesse confermare il trend in atto – sottolinea il presidente degli albergatori italiani – con un calo medio di oltre il 40% (ancor di più all’interno del cratere), rischieremmo di annientare più del 2% del Pil turistico italiano”. Nella lettera scritta d’intesa con i presidenti degli albergatori di Abruzzo, Lazio, Marche ed Umbria Bocca esprime preoccupazione anche per l’occupazione in quei territori. “Siamo molto preoccupati anche per i nostri collaboratori: le aziende del settore turismo delle dieci province, nel 2015 hanno mediamente occupato quasi 45mila dipendenti, con un picco di 57mila nel mese di agosto ed un minimo di 35mila nel mese di febbraio. Ciò significa – comunica Bocca con allarme – che se non si ristabiliranno con urgenza condizioni di normalità, sarà messa a rischio la riassunzione di ventimila persone”. “In analogia con quanto già fatto per il TERREMOTO che colpì Umbria e Marche nel 1997 – prosegue Bocca – occorre attenuare gli effetti del cosiddetto danno indiretto, sostenendo le imprese che subiscano una riduzione del volume d’affari rispetto alla media abituale degli anni precedenti”. Oltre a tale misura, suggerisce Bocca, si chiede anche di intervenire sul fronte tributario “guardando in particolare alla tassazione sugli immobili e, più in generale, alle diverse forme di prelievo collegate agli immobili quali Imu, Tari, Tasi, etc, che, come è noto, trovano applicazione a prescindere dal reddito prodotto, generando estrema difficoltà per le imprese che hanno subìto una forte contrazione se non addirittura un azzeramento dei ricavi”. Ultimo ma non da ultimo, Bocca caldeggia una tempestiva azione di promozione turistica in Italia e all’estero, che possa essere declinata a favore delle varie regioni attraverso campagne di comunicazione mirate: un obiettivo da tenere presente anche valendosi della collaborazione con Enit e delle risorse già stanziate a tale fine.
Terremoto: allarme turismo di Federalberghi, -40% di presenze
MeteoWeb