Questa mattina Enzo Rendina, lo sfollato di Pescara del Tronto, frazione di Arquata, che non vuole lasciare il suo paese, è comparso davanti al giudice del tribunale di Ascoli Piceno Marco Bartoli per il processo per direttissima. Interruzione di pubblico servizio l’accusa della quale deve rispondere. Al termine dell’udienza il giudice ha convalidato l’arresto e rinviato al prossimo 20 marzo. Il 58enne è stato quindi rimesso in libertà. “E’ un arresto assurdo, di un uomo che ha la sola colpa di essere innamorato della propria terra e che li’ vuole vivere”, il commento del suo legale, l’avv. Francesco Ciabattoni, che adesso dovrà trovare una sistemazione per Rendina per evitare che decida di tornare di nuovo nel comune di Arquata al quale, per ordine del giudice Bartoli, ha assoluto divieto di avvicinarsi.
Rendina e’ accusato anche di resistenza a pubblico ufficiale per fatti riferiti al 30 gennaio scorso, quando i carabinieri lo hanno ripetutamente avvicinato nella tensostruttura riservata ai vigili del fuoco cercando di convincerlo a trasferirsi nell’albergo messogli a disposizione dal comune. All’ennesimo rifiuto i militari hanno cercato di portarlo via fisicamente e l’uomo avrebbe reagito cercando di divincolarsi, finche’ i carabinieri non sono riusciti a immobilizzarlo e a portarlo via per arrestarlo e trasferirlo nel carcere di Marino del Tronto. Rendina, lo scorso settembre, era stato esortato ad andarsene anche dal commissario della ricostruzione Vasco Errani: “Non rischi la vita, vada via da qui“. “Io la vita l’ho rischiato quella notte, non certo oggi“, gli aveva risposto l’uomo.