L’idea di associare la mimosa alla Festa della donna è tutta italiana, da attribuire a Rita Montagnana e Teresa Mattei, due grani attiviste dell’Unione Donne Italiane che, nell’organizzare la prima Festa della donna del Dopoguerra, vollero trovare un fiore che potesse trovarne il simbolo. Fu scelta la mimosa proprio perché fioriva ai primi di marzo. Teresa Mattei disse: “Scegliamo un fiore povero, facile da trovare nelle campagne”. L’Acacia dealbata, appartenente alla famiglia delle Mimosaceae, dal profumo intenso e delicato, in apparenza fragile, nasconde, in realtà, una grande forza, attecchendo su qualsiasi terreno, anche in quelli difficili e questa sua caratteristica lo accomuna alla determinazione delle donne nel cercare di raggiungere i loro obiettivi. Il ramo di mimosa, con i suoi delicati pallini gialli, racchiude al suo interno tutte le lotte che le donne hanno affrontato negli anni per ottenere quello che hanno oggi è ciò non è abbastanza fino a che nel mondo ci sarà anche solo una ragazza, una mamma, una nonna, una lesbica o una bambina che non può essere quello che vuole essere.
E nel resto del mondo come si festeggia l’8 marzo? In Russia è festa nazionale, trascorsa nel cerchio familiare con uno sfarzoso pasto e champagne, oppure facendo visita agli amici. Gli uomini, secondo la tradizione, devono dare il meglio di sé, dedicandosi alle faccende domestiche (lavaggio dei piatti, cucina e cura dei bambini), in modo che le donne possano sentirsi delle regine, godendosi la loro giornata di riposo. In Ecuador, nel “Parque de las Mujeres”, dietro la Chiesa della Dolorosa, si organizzano iniziative culturali, spettacoli e movimenti ed i ristoranti offrono menù speciali; in Colombia le donne non ammettono gli uomini ai festeggiamenti, riunendosi nei quartieri per organizzare la “pollada” (vendita di patate, pollo, tamales ecc.); usando i fondi raccolti per rafforzare le attività delle organizzazioni di donne. E se l’Honduras festeggia la donna il 25 gennaio, a New York ci pensa il Code Pink Women for Peace ad organizzare una serie di attività che vanno dal 6 all’8 marzo ed in Africa la festa è sentita dalle donne in lotta: in Cameroon, ad esempio, le associazioni di donne organizzano dei festeggiamenti che durano tutta la settimana a cavallo dell’8 marzo, con vari eventi e iniziative artistiche e culturali.
Anche lo Zimbabwe festeggia, con qualche manifestazione all’aperto, nonostante i brutti dati dell’l’Unifem (Fondo delle Nazioni Unite per lo Sviluppo della Donna), secondo cui le donne costituiscono il 58% della comunità adulta sieropositiva nell’Africa Sub Sahariana, e lo Zimbabwe ha 780,000 orfani a causa dell’HIV/AIDS. In Indonesia le donne artiste si incontrano per dibattere, organizzando mostre ed eventi culturali; così come nelle Filippine dove le donne, tra le più istruite dell’Asia, fanno sentire forte la loro voce. In Vietnam, in cui il sesso femminile costituisce una grande forza lavoro, c’e’ la Women Union, vero caposaldo della cultura comunista; il vicepresidente del Paese è una donna e l’8 marzo di festeggia regalando mazzi di fiori a tutte le donne che portano cose da mangiare anche sul luogo di lavoro per stare tra loro in maniera conviviale.