Astronomia: Hubble ricostruisce un nuovo mosaico della Nebulosa di Orione

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La Nebulosa di Orione è la regione di formazione stellare più vicina alla Terra, a soli 1.400 anni luce di distanza. Si tratta di un luogo turbolento, dove le stelle stanno nascendo, i sistemi planetari si formano e la radiazione scatenata da giovani stelle massicce genera una cavità nella nebulosa e interrompere la crescita dei più piccoli, stelle vicine. A causa di questa agitazione continua, Hubble ha osservato la nebulosa molte volte al fine di studiare i vari processi intriganti in corso. Questo grande immagine della regione centrale della nebulosa, insieme ai dati visivi e ai vicino infrarosso, è l’ultima aggiunta a questa tassello.

Gli astronomi hanno utilizzato questi nuovi dati a raggi infrarossi per la ricerca di pianeti canaglia – liberi di fluttuare nello spazio senza una stella madre – e nane brune nella Nebulosa di Orione. Le funzionalità infrarossi di Hubble permettono anche di scrutare attraverso le nubi vorticose di polveri e gas in modo da osservare le stelle nascoste all’interno rendendole ben visibili: le stelle svelato appaiono con colori rossi luminosi nell’immagine finale. Tra questi, gli astronomi si sono imbattuti in una stella in movimento ad un velocità insolitamente alta – a circa 200 000 chilometri all’ora. Questa stella potrebbe essere il pezzo mancante del puzzle di un sistema stellare che era stato spezzato ben 540 anni fa.

Gli astronomi erano infatti a conoscenza di altre due stelle in fuga nella Nebulosa di Orione che molto probabilmente facevano parte di un sistema multiplo di stelle ormai defunto. Per anni si è sospettato che il sistema originale contenesse altre stelle oltre queste due. Adesso, per caso e per curiosità, Hubble potrebbe aver trovato il terzo pezzo mancante di questo puzzle cosmico.

Per avere la conferma che la nuova stella sia davvero il mancante – e l’ultimo – pezzo del puzzle sono necessarie ulteriori osservazioni. Questo permetterò di rispondere, in primo luogo, alla domanda del perché il sistema stellare originale si sia spezzato separatamente. Nonostante ci siano diverse teorie – interazioni con altri gruppi, vicino stellari, o due delle stelle che si trovano troppo vicine l’uno all’altra – nessuna si può escludere o confermare definitivamente. E mentre gli astronomi stanno cercando le risposte a queste domande, chissà quale mistero sveleranno prossimamente?

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