Un filato digitale che facilita il riciclo di vestiti; un nylon creato con l’energia solare che trattiene le emissioni; una pelle vegetale ottenuta dagli scarti di produzione del vino; un denim riciclato utilizzato come colorante per nuovo denim; un’idea che trasforma il letame di bovino in tessuto biodegradabile. Sono le innovazioni selezionate da una giuria di esperti per la seconda edizione del Global Change Award lanciato da H&M Foundation.
Ora il pubblico è chiamato a decidere come destinare il premio totale di un milione di euro tra i cinque vincitori. Il voto online sarà aperto fino al 2 aprile sul sito globalchangeaward.com.
“Per la seconda edizione del Global Change Award abbiamo ricevuto un numero maggiore di contributi rispetto all’anno precedente: 2.883 idee innovative da 130 Paesi. Sfide di questa portata richiedono un approccio che supera i confini. Sono convinto che avvicinare persone provenienti da diversi settori, con diversi background e prospettive, possa apportare un cambiamento fondamentale nel settore della moda per salvaguardare sia le persone sia il Pianeta”, sottolinea Karl-Johan Persson, membro del consiglio della H&M Foundation e Ceo di H&M.
Le cinque innovazioni più promettenti sono state selezionate da un gruppo di esperti internazionali, tra cui Vikram Widge, responsabile di Climate and Carbon Finance presso World Bank Group; Rebecca Earley, docente di Sustainable Textile and Fashion Design presso la University of the Arts London; Amber Valletta, top model, attrice, imprenditrice, sustainability influencer ed Ellis Rubinstein, presidente e Ceo di The New York Academy of Sciences.
“In un Pianeta che non è sostenibile, ogni industria deve cambiare il proprio approccio. Il Global Change Award è uno degli sforzi più audaci per catalizzare la trasformazione in un settore insostenibile e i vincitori incarnano l’enorme potenziale della scienza e della tecnologia innovativa per fare la differenza”, afferma Ellis Rubinstein.
Ecco i vincitori del Global Change Award 2016:
Manure couture – Tessuto dal letame bovino. Estrarre e utilizzare la cellulosa contenuta nel letame di bovino per creare un tessuto biodegradabile con una riduzione significativa di rilascio di gas metano e di sostanze inquinanti del suolo, dell’acqua e dell’aria.
Denim-dyed denim – Denim usato per tingere nuovo denim. Tritare il denim usato in particelle fini e trasformarlo in una polvere colorante per tingere nuovo denim o creare stampe su altri tessuti. Un metodo che riduce sia l’acqua sia l’energia utilizzate per la produzione e riutilizza il denim usato evitando che venga gettato.
Solar textiles – Tessuto dall’energia solare. Utilizzare solo acqua, rifiuti vegetali ed energia solare al posto del petrolio per la produzione di nylon biodegradabile. Inoltre, il nylon trattiene i gas serra all’interno del materiale.
Content thread – Filato digitale per sapere cosa stiamo indossando. Intessere all’interno del capo un minuscolo filato Rfid con una ‘lista degli ingredienti’ digitalizzata per rendere il processo di riciclo più efficiente e senza sprechi grazie all’evidenza della composizione del tessuto.
Grape leather – Pelle totalmente vegetale dagli scarti della vinificazione. Utilizzare gli scarti della produzione del vino per creare una pelle vegetale garantisce il benessere degli animali ed elimina la necessità di petrolio usato per produrre la pelle sintetica. In più, bucce e gambi non vengono utilizzati per la combustione. (AdnKronos)
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Dalla pelle vegetale al filato digitale, le innovazioni del Global Change Award
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