L’equinozio di primavera è l’inizio della metà luminosa dell’anno, è il primo giorno della stagione della rinascita, tanto da essere accostato, in numerose culture, a concetti di fertilità, resurrezione, inizio. E’ il tempo del ritorno della vegetazione in cui gli uccelli si accoppiano e la natura comincia a riscoprirsi di colori. La più antica festa di primavera nel mondo è Sham El Nessim, “fiutare il vento”, risalente a circa 4700 anni fa e festeggiata in Egitto il primo lunedì dopo la Pasqua Copta (la domenica che segue la 1° Luna nuova dell’equinozio di primavera). Il nome della festività deriva dal termine “Shamo”, ovvero l’antica stagione egiziana del raccolto e, secondo gli antichi, è anche la data della prima creazione.Ancora oggi, per Sham El Nessim, la gente invade strade e prati per consumare pesce salato (Fiseekh), uova bollite, semi di lupino (Termis), cipolle verdi, lattuga, respirando la brezza primaverile. Secondo la tradizione, infatti, l’aria della nuova stagione rinvigorisce chi la respira.
Nelle tradizioni neo-druidiche contemporanee, l’equinozio primaverile è denominato Alban Eiler (Luce della Terra), con riferimento al fatto che il Sole ora si trova al di sopra dell’Equatore celeste, la zona astronomica chiamata nelle antiche cosmologie “Terra Emersa”, contrapposta alle “Acque Inferiori”, cioè la zona al di sotto di tale fascia. Se i pagani festeggiano Alban Eiler oppure Ostara, antica dea nordica dell’alba, della primavera e dell’amore equivalente alla dea scandinava Freya; i cattolici celebrano la Pasqua, parola che in inglese si trasforma in “Easter”, nome che riporta ad un’antica divinità pagana dei popoli nordici, la dea Eostre o Ostara, assimilabile a Venere, Afrodite e Ishtar, la quale presiedeva ad antichi culti legati al sopraggiungere della primavera e alla fertilità dei campi.
A Eostre era sacra la lepre, simbolo di fertilità, che deponeva l’uovo della nuova vita per annunciare la rinascita dell’anno… lepre che è diventata l’odierno coniglio pasquale.Tra i miti legati al sacrificio e alla sua successiva rinascita, spicca quello di Attis e Cibele: si narra che Attis, bellissimo giovane nato dal sangue della dea Cibele e da questa amato, volesse abbandonarla per sposare una donna mortale. Fu allora che Cibele lo fece impazzire ed egli si evirò, morendo dissanguato.Dal suo sangue nacquero viole e mammole. Gli dei, non potendolo resuscitare, lo trasformarono in un pino sempreverde. Dopo l’equinozio, si svolgevano nel mondo ellenico le Adonìe, feste della resurrezione di Adone, bellissimo giovane amato dalla dea Afrodite che venne ucciso da un cinghiale (forse il dio Ares ingelosito).
Adone era in realtà il dio assiro-babilonese Tammuz, cui i fedeli si rivolgevano chiamandolo “Adon” (Signore). Egli dimorava sei mesi all’anno negli inferi, come il sole quando si trova al di sotto dell’equatore celeste (autunno e inverno). Si festeggiava a primavera la sua risalita alla luce quando si ricongiungeva alla dea Ishtar, l’equivalente dell’Afrodite greca. Allo stesso modo si festeggiava Persefone, la Proserpina romana, che ritornava nel mondo, dalla madre Demetra (Cerere) dopo aver trascorso sei mesi nel regno dei morti assieme al suo sposo Ade, dio degli Inferi (Plutone).Questo, dunque, era il periodo degli accoppiamenti rituali, delle nozze sacre in cui il Dio e la Dea, spesso personificati da un sacerdote e da una sacerdotessa, si accoppiavano per propiziare la fertilità.