Festa della Donna 2017: storia e curiosità della mimosa, fiore simbolo dell’8 marzo

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Sono passati 70 anni dall’8 marzo 1946, data in cui la mimosa fu scelta come fiore simbolo della Festa della Donna. L’idea di abbinare questo fiore alla ricorrenza è solo italiana.

Tutto ebbe inizio nel 1946, quando a Rita Montagnana, Teresa Mattei e Teresa Noce venne l’idea di associare la Giornata della donna ad un fiore. L’Udi (Unione donne italiane) scelse all’unanimità la mimosa, dopo aver scartato garofani e anemoni… scelta dettata da una serie di ragioni: prima che il clima cominciasse a “impazzire”, la mimosa era solita fiorire a marzo, oltre ad essere un fiore umile, spontaneo, povero, alla portata di tutti.

Pare che Luigi Longo propose alla Mattei le violette, come in Francia, ma la scelta cadde comunque sulla mimosa, tanto diffusa nelle campagne, tenace, resistente come solo le donne sanno di essere; apparentemente fragile ma capace di sopravvivere e fiorire anche in condizioni difficili… un fiore che preannuncia l’arrivo della primavera e la vita che rinasce. Alcune curiosità sulla mimosa: per gli Aborigeni australiani ha proprietà curative, tanto da essere utilizzata come preparato di uno speciale decotto contro diarrea, malattie veneree, nausea e disturbi nervosi.

Le mimose, tra i cibi più appetitosi per le giraffe, che ne possono ingurgitare fino a 66 kg al giorno, sono simbolo di moralità e pudicizia nel linguaggio dei fiori. Un’antica leggenda narra di un pastore, perdutamente innamorato di una ninfa, al punto da perseguitarla senza tregua, costringendola, per difesa, a nascondersi tra i boschi. La fanciulla, esausta, supplicò il dio delle nozze Imene di mutarla in un fiore. Fu così che venne trasformata in mimosa. Gli indiani dell’America settentrionale, invece, preferiscono la mimosa durante le feste o le promesse d’amore. In questi casi, infatti, scelgono un ramoscello di acacia, donato dal giovane innamorato alla ragazza che lo ha conquistato.

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