Giornata Mondiale dell’Acqua: da risorsa a minaccia, provoca il 75% di tutti i disastri naturali

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Inondazioni, tifoni, tsunami, e ancora siccità e carestia. E’ l’altro volto dell’acqua che da risorsa primaria può trasformarsi in minaccia per milioni di persone che subiscono gli effetti estremi dei cambiamenti climatici. Secondo l’Organizzazione Meteorologica Mondiale, gli eventi estremi come temporali, tempeste, cicloni, inondazioni e siccità, rappresentano quasi il 75% di tutti i disastri. Oltre agli eventi climatici dagli effetti catastrofici, come nel caso dell’uragano Matthew ad Haiti e del tifone Hayan nelle Filippine, la mancanza e la scarsità di acqua potabile e di fonti idriche per il bestiame e l’agricoltura stanno provocando la peggiore crisi alimentare dal secondo dopoguerra a oggi in quattro Paesi già devastati dai conflitti armati: Nigeria, Sud Sudan, Somalia e Yemen. Qui, ben 20 milioni di persone non hanno accesso a cibo e acqua. E a livello globale, ancora oggi oltre 663 milioni di persone sul Pianeta vivono senza un approvvigionamento di acqua potabile vicino alla loro casa. Per Agire, il network di nove Ong per la risposta alle emergenze, “il monitoraggio di questi eventi, la prevenzione e la messa sicurezza tempestiva della popolazione sono essenziali per mitigare l’impatto disastroso sulle persone e l’economia“. L’appello arriva in vista della Giornata mondiale dell’acqua indetta dalle Nazioni Unite (22 marzo). “Dobbiamo considerare la siccità, le inondazioni e le piogge estreme non come eventi casuali e imprevedibili, le emergenze umanitarie e le loro cause possono e devono essere prevenute, se non vogliamo che l’acqua invece che un diritto essenziale per tutti diventi la principale minaccia del nostro futuro“, dichiara Alessandra Fantuzi, coordinatrice di Agire. L’8 novembre del 2013 il Tifone Hayan si abbatte sulle Filippine colpendo oltre 14 milioni di persone e causando più di 6mila morti. Le comunità investite dal tifone, caratterizzato da straordinaria violenza, vedono in poche ore distrutte le loro case, strade, scuole da piogge e vento che lasciano sul terreno un paesaggio di macerie. Anche la rete idrica diventa inutilizzabile ed è necessario fornire acqua potabile alle vittime. Il network di Agire e le Ong sul campo intervengono per portare aiuti immediati e soccorsi. Grazie alla generosità degli italiani che donano per l’emergenza, 300mila persone vengono raggiunte nelle aree colpite e rifornite di acqua e beni di prima necessità. Il Pakistan, nel 2010, viene colpito dalla più grave crisi umanitaria della sua storia. Dopo giorni di piogge, un quinto del Paese viene sommerso da alluvioni di proporzioni vastissime che colpiscono 21 milioni di persone. Sott’acqua resta tutto, case e villaggi sono ricoperti da una distesa di fango. L’acqua esondata dai fiumi con la sua distruzione contamina le fonti potabili. Tra le difficoltà dei soccorsi è proprio l’acqua che le Ong di Agire si affrettano a portare alla popolazione più a rischio, quasi 50mila persone ricevono supporto immediato e aiuti per la ricostruzione.

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