Il 75% del sale che consumiamo è nascosto nel cibo che compriamo. Eppure in Italia, come nel resto del mondo, si continua ad abusare di questo condimento, aumentando il rischio di ipertensione e ictus. Gli uomini infatti ne consumano oltre il doppio del limite giornaliero raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), 10,6 grammi contro 5, e le donne 8,2 grammi. Solo il 5% degli uomini e il 15% delle donne sta sotto i limiti. Lo rileva il ministero della Salute in occasione della Settimana mondiale per la riduzione del consumo di sale, che si svolge dal 20 al 26 marzo. L’iniziativa, istituita nel 2005, e’ promossa dalla World Action on Salt and Health (Wash) per migliorare la Salute delle popolazioni di tutto il mondo.
Si e’ calcolato infatti che se si riducesse il consumo di sale nel mondo da 10 a 5 grammi al giorno, si avrebbe un calo del 23% del rischio di ictus, pari a 1,2 milioni di morti, e del 17% per le malattie cardiovascolari, pari a 3 milioni di morti. I dati raccolti dal Ministero, con il Progetto CCM ‘MinSal 2009-2012′ attraverso l’analisi delle urine, mostrano valori nella popolazione ben superiori a quelli massimi raccomandati in tutte le Regioni, pur con differenze: minori al Nord e maggiori al Sud. In quasi tutte le regioni non piu’ dell’1% consuma sempre pane con poco o senza sale. Anche le persone ipertese mangiano troppo salato (10,1 grammi gli uomini e 8,1 grammi le donne), cosi’ come i bambini tra i 6 e 18 anni, con 7,4 grammi al giorno tra i ragazzi e 6,7 tra le ragazze.