Liberazione dall’infrastruttura fisica, accessibilità ovunque e da ogni dispositivo, costi accessibili e scalabili, semplicità di utilizzo, servizi personalizzati, sicurezza. Spinte dalla diffusione degli smartphone come strumento anche di lavoro sono sempre più le piccole aziende e quelle medio-grandi che ricorrono a servizi di cloud computing, rinunciando alla infrastruttura fisica it per sfruttare risorse informatiche ospitate da terze parti. A sostenerlo è uno studio di Uli, Utility line Italia, uno dei più antichi Internet service provider italiani, fondato da Vittorio Figini nel 1995 nell’hinterland milanese, a Seveso. Secondo i dati dell’psservatorio Cloud & ICT del Politecnico di Milano, il mercato del cloud in Italia ha registrato nel 2016 un incremento del 18% che lo ha portato a raggiungere un valore di 17 miliardi di euro. La spesa più alta nella ‘nuvola informatica’ è stata effettuata dalle aziende del settore manifatturiero (23% del mercato), seguito da quello bancario (21%), telecomunicazioni e media (14%), servizi (10%), grande distribuzione e commercio (9%), pubblica amministrazione e sanità (9%), servizi pubblici locali (9%), assicurazioni (5%). Rispetto agli altri Paesi europei, stando all’Eurostat, il 40% delle aziende italiane sceglie il cloud per l’archiviazione, elaborazione e trasmissione dei dati grazie alla disponibilità su richiesta tramite Internet. Sulla base del campione di aziende analizzato da Uli, dal 2014 al 2016 sono passate dal 20% al 60% quelle che utilizzano servizi cloud, dai più ordinari, come l’amministrazione del personale e la gestione di paghe e contributi, all’impiego dei servizi di back up per l’archiviazione dei dati, la formazione, la comunicazione, la promozione e illustrazione dei propri prodotti ai clienti tramite dispositivi. La dimensione dell’impresa risulta fondamentale: utilizza servizi cloud il 40% delle organizzazioni con più di 50 dipendenti e solo il 20% di quelle con tra i 10 e 49 addetti. Le motivazioni che spingono i clienti di Uli a ricorrere al cloud: liberazione dalla infrastruttura fisica, accessibilità ovunque e da ogni dispositivo, costi accessibili e scalabili, semplicità di utilizzo, servizi personalizzati, sicurezza. ”Qualsiasi azienda -afferma Vittorio Figini, amministratore di Utility line Italia- grazie al cloud può usufruire di servizi personalizzati, sicuri e affidabili. La richiesta è esplosa da quando tutti i mobile dispongono di connessione Internet veloce e vengono anche utilizzati come strumento di lavoro. Oggi c’è una maggiore consapevolezza del ruolo strategico e dei risparmi economici di un’azienda che si libera di infrastrutture fisiche di it. Cloud e relativi servizi cresceranno in Italia con la diffusione della banda larga. Le aziende talvolta esprimono dubbi sulla sicurezza, che noi superiamo ospitando i dati in remoto in data center italiani”. ”Il cloud -dichiara Nicola Mariani dell’omonimo Studio fondato nel 1930 nella città di Cesano Maderno- rappresenta un vantaggio competitivo, semplifica le procedure della gestione del personale e quello delle paghe e dei contributi. La flessibilità d’uso è complementare ai vantaggi legati alla personalizzazione dei servizi. Per un’azienda come la nostra, il cloud ha rappresentato un’opportunità di digitalizzazione che ha consentito di stare al passo delle più avanzate tecnologie consentendo di ridurre l’onere dei costo gestionali in it”. ”Il cloud -sostiene Massimo Vaccarino, amministratore di Thesma, azienda di Seveso che opera nel settore dei programmi gestionali- offre vantaggi di scalabilità ed evita esposizione economica legata all’acquisto e alla manutenzione di infrastrutture it. Consente di mettere insieme sistemi di condivisione, sviluppo e comunicazione, interna ed esterna, delle competenze e dei servizi in modo totalmente sicuro e flessibile. Permette di espandersi con le performance da grande azienda. Diventa, quindi, volano strategico della società e dei propri clienti”.
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ICT: addio infrastrutture fisiche, le PMI lavorano con i servizi di cloud computing
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