Medicina: diabete e rischio cardiovascolare, quale correlazione?

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Torino è la seconda tappa di ‘Andiamo al cuore del DIABETE’, progetto supportato da Boehringer Ingelheim Italia e Eli Lilly Italia, nato con l’obiettivo di mettere in luce l’importanza della correlazione tra DIABETE e rischio cardiovascolare. Si tratta di un innovativo progetto di formazione rivolto alla classe medica, partito da Roma il 25 marzo scorso, che prevede un tour itinerante di 15 tappe, con termine a Bari il 15 giugno prossimo, che transiterà in diverse regioni italiane: Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Abruzzo, Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna. Nel mondo una persona su due con DIABETE di tipo 2 muore per un evento cardiovascolare. Nei diabetici, infatti, il rischio di malattia cardiovascolare è da 2 a 4 volte superiore rispetto a chi non è affetto da questa patologia.

Oggi, tuttavia, la comunità medico-scientifica ha a disposizione un’opzione terapeutica, empagliflozin (inibitore del co-trasportatore sodio-glucosio di tipo 2 -SGLT2) in grado di coniugare l’azione antidiabetica con i benefici dimostrati sulla riduzione della mortalità e morbilità cardiovascolare. Recenti evidenze scientifiche hanno infatti portato l’Autorità regolatoria europea ad approvare un aggiornamento dell’indicazione per empagliflozin e per la sua associazione con metformina. Per la prima volta nella scheda tecnica di un farmaco antidiabetico viene riportata la possibilità di riduzione del rischio di mortalità cardiovascolare in adulti con DIABETE di tipo 2, come obiettivo di trattamento. La tappa di Torino prevede la sosta al Lingotto, in via Nizza 294, di un mezzo mobile Cell Explorer che ospiterà al proprio interno aule didattiche preposte a sessioni formative, rivolte a medici specialisti. Sia nel capoluogo piemontese sia nelle altre tappe del progetto ci sarà inoltre il coinvolgimento delle associazioni pazienti locali.

Ridurre il rischio cardiovascolare è un aspetto prioritario della gestione del DIABETE – dichiara Carlo Giorda, direttore della Struttura complessa di malattie metaboliche e diabetologia dell’Asl Torino 5 – e oggi abbiamo a disposizione una opzione terapeutica in più per farlo. Per la prima volta, possiamo trattare i nostri pazienti con DIABETE di tipo 2 ad alto rischio cardiovascolare con una terapia antidiabetica che riduce il rischio di mortalità per malattie cardiovascolari. Senza tralasciare, poi, il fatto che la riduzione degli eventi cardiovascolari (infarto miocardico non fatale, ictus non fatale e morte cardiovascolare) e delle ospedalizzazioni per scompenso cardiaco comporta un impatto positivo anche sulla sostenibilità del sistema sanitario nazionale”.

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