Per le donne i farmaci risultano più tossici che per gli uomini, ma sono in arrivo centinaia di nuovi farmaci studiati finalmente in un’ottica di genere. Lo hanno affermato gli esperti durante il convegno ‘Verso una medicina genere-specifica’ oggi all’Istituto Superiore di Sanità. “A partire dall’eta’ di 15 anni le reazioni avverse ai farmaci sono maggiori nelle donne – ha spiegato Simona Montilla dell’Aifa – a volte anche del 30-40%. Questo perche’ le terapie non sono sufficientemente tollerabili, anche per una maggiore attitudine della donna a segnalare eventi avversi, ma ci sono anche differenze biologiche nella risposta”. Gia’ a livello preclinico, negli studi sugli animali, si tende a usare cavie maschio, ha sottolineato l’esperta.
“Le donne sono sottorappresentate in quasi tutti i campi della ricerca clinica – ha precisato Montilla -, si ha una discriminazione ‘al rovescio’ solo per pochi argomenti, come l’osteoporosi o la depressione”. Anche se in ritardo, ha affermato Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria, le aziende farmaceutiche si stanno adeguando. “La rincorsa e’ gia’ cominciata – ha spiegato – nel mondo ci sono 7mila farmaci in sviluppo, e nel 42% dei casi si tratta di medicina personalizzata, e il primo passo per una medicina di precisione e’ proprio la valutazione delle differenze di genere”. Il convegno segna l’avvio dei lavori del Centro di Riferimento per la Medicina di Genere dell’Istituto, diretto da Walter Malorni. “Le nostre attivita’ – ha spiegato – spazieranno dalla formazione all’alternanza scuola-lavoro, alla comunicazione e divulgazione, alla sicurezza e risk assessment all’attivita’ istituzionale fini alla ricerca traslazionale”.