Morbillo, nuova vittima in Svizzera, l’esperto: “La responsabilità è solo di chi non si vaccina e non vaccina i propri figli”

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Negli ultimi tempi si è sentito parlare di epidemia di morbillo, con le conseguenti preoccupazioni legate ai vaccini. La situazione preoccupa anche oltre i confini dell’Italia. In particolare in Svizzera è stata registrata la prima vittima dal 2009 (come precisa l’Ufficio federale della sanità pubblica): nel febbraio scorso infatti un giovane è morto nonostante fosse stato vaccinato contro il morbillo.

Il giovane, già affetto da leucemia, seguiva una cura che aveva messo a dura prova il suo sistema immunitario. Nonostante fosse vaccinato contro il morbillo, il vaccino non è stato in grado di garantirgli la giusta protezione: il giovane è purtroppo deceduto in un reparto di terapia intensiva a causa di problemi polmonari. Un caso analogo era stato rilevato proprio nel 2009, quando una dodicenne francese era morta in conseguenza a questo virus.

Daniel Koch, il responsabile della divisione malattie infettive, ha confermato all’ats quanto riportato dai quotidiani Tages-Anzeiger e Der Bund evidenziando come quanto accaduto dimostra che è davvero importante estirpare il morbillo in Svizzera. Pur non sapendo indicare dove e come sia stata contratta la malattia, è evidente che diverse persone o non sono vaccinate per motivi di salute o non hanno sviluppano una protezione adeguata malgrado la vaccinazione.

In febbraio, Berna ha pubblicato il bilancio intermedio della strategia contro il morbillo, indicando che dall’inizio dell’anno 35 persone sono state colpite dal virus. Nel 2014 i casi erano stati complessivamente 22, nel 2015 36 e e 70 nel 2016. Solo il cantone di Ginevraè stato in grado di raggiungere una copertura vaccinale del 95%, soglia fissata dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS). Il morbillo è inoltre una malattia soggetta a dichiarazione obbligatoria, come ricorda l’UFSP: i medici devono dichiarare i nuovi casi entro 24 ore.

Roberto Burioni, medico ed esperto, attraverso il suo profilo Facebook, commenta con rammarico l’accaduto facendo il punto della situazione, evidenziando la responsabilità di chi non si vaccina. “In Svizzera è successo. – scrive Burioni – Un ragazzo di 12 anni, regolarmente vaccinato, è morto di morbillo. Aveva una leucemia, una malattia una volta terribile, ma dalla quale grazie alle cure che abbiamo a disposizione molto spesso si guarisce perfettamente. Invece è morto.

Il morbillo circola in Svizzera (come in Italia) – prosegue – perché troppi genitori decidono di non vaccinare i figli (e i figli una volta cresciuti non si vaccinano). Per cui la responsabilità di questo morto, mi spiace contrariare blogghiste di grande insuccesso, è solo di chi non vaccina i propri figli e non si vaccina. Nei paesi dove i tassi di vaccinazione sono adeguati e il morbillo non circola, questo ragazzo sarebbe ancora vivo. Questa tragedia dimostra per l’ennesima volta che chi non vaccina i figli danneggia non solo i figli stessi, ma anche gli altri. Quel ragazzo di 12 anni potrebbe essere ognuno di noi o il figlio di ognuno di noi

Gli antivaccinisti con le loro superstizioni mettono in pericolo i loro figli, i nostri figli e tutta la comunità. Sappiatelo – conclude – quando li leggete o li incontrate. E’ una vergogna – come dice il mio amico e collega Pier Luigi Lopalco, che di vaccini se ne intende per davvero – che in un paese civile anche una sola persona muoia di morbillo, in quanto è una morte evitabile. Scegliere di non vaccinare i propri figli senza alcun motivo è semplicemente una condotta criminale, e gli antivaccinisti hanno la spudoratezza di chiamarla “libertà”.”

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