Processionaria: ecco perché è pericolosa per uomini e animali

MeteoWeb

La primavera è arrivata e, con essa, la voglia di rituffarsi nella natura. Peccato che, in agguato, ci siano pericoli imprevedibili. La  processionaria è una di questi. Si tratta di una farfalla notturna, assolutamente innocua una volta diventata adulta, molto pericolosa nello stadio di larva (o bruco). Le più comuni sono le processionarie dei pini: le si riconosce perché camminano una dietro l’altra, come in processione, da cui il nome processionaria. A renderle pericolose sono i peli urticanti di cui sono ricoperte che, separandosi facilmente dalla larva che li porta sul dorso, nel corso di un contatto o, più semplicemente, con l’azione del vento, provocando una reazione urticante data dal rilascio di istamina.

PROCESSIONARIA 1In base alla zona del corpo umano colpita, possono verificarsi sintomi come: eruzione cutanea dolorosa con forte prurito, congiuntivite, irritazione delle vie respiratorie con starnuti, mal di gola, difficoltà di deglutizione, broncosmasmo; infiammazione delle mucose di bocca e intestino con vomito, dolore addominale, salivazione. La processionaria è pericolosa per gli animali, specie per cani e cavalli che, brucando l’erba o annusando il terreno, possono inavvertitamente ingerire i peli urticanti che ricoprono il corpo dell’insetto, avvertendo improvvisamente un’intensa salivazione, perdita di vivacità, rifiuto del cibo, diarrea emorragica e, nella peggiore delle ipotesi, un ingrossamento patologico della lingua, tanto da soffocare l’animale.

In caso di contatto, l’uomo deve risciacquare il prima possibile la parte interessata, evitando di grattarsi. Si alla doccia, lavando i capelli e cambiandosi d’abito, con l’ausilio di guanti usa e getta, senza mai utilizzare l’ammoniaca. Se ad entrare in contatto con la processionaria sono i cani, occorre lavare la bocca con una siringa senz’ago, portando subito l’animale al pronto soccorso. La cura umana può prevedere l’impiego di cubetti di ghiaccio, impacchi freddi con soluzione diluita di ipoclorito di sodio, l’applicazione locale di creme antistaminiche o cortisoniche o la somministrazione in fiale. Per prevenire questi inconvenienti è necessario non avvicinarsi o sostare mai sotto piante infettate, non toccare i nidi o le larve, evitare l’effettuazione di lavori che potrebbero diffondere nell’aria i peli urticanti (es. rastrellare foglie o falciare l’erba), lavare abbondantemente frutti e prodotti in prossimità delle zone infestate. Per i cani, evitate le zone a rischio, specie da marzo ad aprile.

Condividi