Dai viaggi all’interno del corpo umano grazie a visori per la realtà virtuale a modelli 3D del cuore, completi di dettagliate riproduzioni di valvole, atri e ventricoli. Grazie alle nuove tecnologie presentate da GE Healthcare, divisione medicale di General Electric, al Congresso europeo di radiologia 2017 in corso a Vienna, la realtà medica potrebbe presto superare l’immaginazione degli appassionati di fantascienza. Non capita spesso che i videogiochi ispirino innovazioni pioneristiche in grado di rivoluzionare il modo in cui i medici possono visualizzare l’anatomia umana e diagnosticare eventuali patologie. Eppure è ciò che è successo a Ludovic Avot, UX Designer di GE Healthcare, e al collega Yannick Le Berre, ingegnere specializzato in imaging medico, mentre giocavano a ‘Fallout 4’, videogame che accompagna i giocatori in una Boston post-apocalittica nei panni di un personaggio chiamato ‘Unico sopravvissuto’. Immersi nella cupa ambientazione del gioco, i due hanno avuto un’illuminazione: cosa succederebbe se si utilizzasse una tecnologia di realtà virtuale simile a quella applicata ai videogiochi per consentire ai medici di esplorare il corpo umano dall’interno? Così, combinando strumenti digitali per il design in realtà virtuale e programmi propri del mondo dei videogiochi con dettagliate informazioni 3D ottenute da esami effettuati con Tac e risonanze magnetiche, gli ingegneri hanno realizzato un software che consente l’esplorazione di immagini cliniche complete di colore, illuminazione e consistenza dei tessuti. Utilizzando un controller e visori per la realtà virtuale come gli Oculus Rift*, i medici possono così entrare in una specifica parte del corpo ed esaminarne eventuali anomalie come polipi, tumori e lesioni, oppure investigare al meglio sulle possibili cause dei sintomi del caso. Secondo un report annuale del PwC Health Research Institute, la realtà virtuale è una delle otto tecnologie che rappresentano una tendenza in crescita per la nuova generazione di innovatori in campo sanitario. Il prototipo è utilizzato da alcuni clienti in Francia per aiutare i dottori a studiare l’anatomia umana e diagnosticare patologie. “Siamo stati ispirati dalle tecniche per rendering fotorealistici dei videogiochi di ultima generazione”, ha spiegato Avot. “Abbiamo cercato di sfruttare il grandioso potenziale grafico e interattivo delle più moderne tecnologie alla base dei videogame per mostrare le immagini ottenute tramite esami medici nel dettaglio”. Per i radiologi questo strumento può rappresentare “un nuovo modo per osservare immagini cliniche complesse e interagire con esse. Offre la possibilità di effettuare zoom più estesi, un’opportunità che può rivelarsi molto utile in casi specifici, come ad esempio lo studio del cuore dei bambini. Inoltre gli effetti mettono in risalto il volume e aiutano a comprendere meglio le forme delle strutture anatomiche”. Oltre che in ambito diagnostico, la tecnologia potrebbe essere utilizzata per la fase preparatoria degli interventi chirurgici più complessi, ma anche per secondi pareri mirati a verificare i risultati di un’operazione. Al Congresso europeo di radiologia, inoltre, GE Healthcare presenta la stampa di modelli anatomici 3D con l’ausilio della AW Workstation, piattaforma di gestione dati per immagini cliniche ottenute tramite Tac, risonanze magnetiche e Pet. Una ricerca di IndustryArc, società specializzata in analisi di mercato, stima ad esempio che il mercato della stampa 3D applicata alla sanità possa crescere del 18% annuo fino al 2020. “La richiesta è venuta direttamente dai nostri clienti, specialmente in pediatria, in quanto i genitori vogliono avere più informazioni possibili su quel che succede ai loro figli”, ha spiegato Adeline Digard, AW Product Manager di GE Healthcare. “Mostrarglielo attraverso un dettagliato modello 3D è più facile rispetto a farlo con un’immagine”. Nonostante le tante richieste per una tecnologia del genere, molti medici sono ancora insicuri sul come incorporare l’utilizzo della stampa 3D nel loro lavoro. “La soluzione di GE Healthcare è molto semplice”, ha aggiunto Digard. “Con la stampa 3D è possibile riprodurre facilmente qualsiasi cosa: un osso, un dito, una mano ma anche un cuore, un’aorta o le altre arterie”. Quello presentato a Vienna è soltanto il primo modello del sistema, ma l’azienda pensa già a nuove versioni che potranno spingere i limiti della tecnologia ancora più avanti.
Ricerca: la realtà virtuale che esplora il corpo e stampa in 3D a Congresso a Vienna
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