Bastano sei denti colonizzati dai batteri della placca, per mettere a rischio non solo il sorriso ma anche la salute in generale. Una bocca sana, infatti, fa da scudo contro malattie cardiovascolari o diabete, il cui rischio può, altrimenti, perfino raddoppiare. Lo sottolineano gli esperti della Società italiana di parodontologia e implantologia (Sidp), dal XVIII Congresso internazionale su parodontologia e salute orale, che si chiude oggi a Rimini dal 16 al 18 marzo. Sono ben 8 milioni gli italiani con una parodontite grave, a cui si aggiungono almeno altri 12 milioni con i segni di un’infiammazione gengivale. Tutti pazienti con un rischio più elevato di endocarditi, ascessi cerebrali, infezioni polmonari e con una probabilità significativamente più alta di diabete o patologie cardiovascolari. Per non correre pericoli, è necessario – avvertono gli specialisti – impedire l’accumulo di placca batterica, un biofilm in cui vivono miliardi di batteri: su un solo dente con placca si possono trovare più germi degli abitanti della Cina e bastano sei denti colonizzati dai batteri per avere un rischio fino a tre volte più elevato di parodontite e, quindi, delle malattie che a essa sono legate a doppio filo. “Nel 100% delle placche ateromatose che possono dare origine a infarti e ictus si può riscontrare Dna di batteri tipici della placca dentaria e nel 40% dei casi è possibile rinvenirvi i germi stessi – afferma Claudio Gatti, presidente Sidp – Chi soffre di parodontite ha un rischio di infarto più alto di quello dei pazienti con un elevato spessore della parete delle carotidi e se si sono persi denti la probabilità di sviluppare aterosclerosi è elevatissima“. In presenza di parodontite, spiega Gatti, “i batteri del cavo orale attraverso la circolazione possono raggiungere numerosi organi, innescando pericolose reazioni infiammatorie localizzate, come nel caso dello sviluppo di infezioni polmonari, endocarditi, ascessi, oppure generalizzate come quelle che poi favoriscono la comparsa delle malattie cardiovascolari“. Non solo. L’infiammazione gengivale “triplica anche la probabilità di diabete“, aggiunge. La parodontite è una patologia subdola, di cui spesso i pazienti non si accorgono: il 70% degli italiani non la conosce, secondo un’indagine Sidp, e quattro su dieci di fronte a gengive dolenti, arrossate e infiammate, che sanguinano quando si spazzolano i denti, non chiedono aiuto al dentista e provano il fai da te con vitamine, integratori, collutori o dentifrici per denti sensibili, aspettando che passi. Così, otto volte su dieci il disturbo resta e può perfino aggravarsi. “Circa 20 milioni di over 35 hanno disturbi che sono associabili alla parodontite e che richiederebbero un approfondimento diagnostico, ma pochi si rendono conto che si tratta di sintomi da non sottovalutare – osserva Gatti – Il 43% dei 20-34enni ha già avuto almeno una volta un segno di sofferenza gengivale che non dovrebbe essere sottovalutato. Oltre a impegnarsi nella prevenzione dei disturbi gengivali attraverso una corretta igiene orale, l’abbandono del fumo, controlli periodici e sedute professionali di igiene, è necessario che tutti sappiano di dover andare dal dentista – raccomanda – se c’è un sanguinamento gengivale“. Nel sito www.gengive.org, a cura della Sidp, è possibile trovare tutte le informazioni utili per mantenere in salute la bocca.
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