Il 2017 per la cardiologia “sarà un anno di cambiamento. Un cambiamento nell’approccio alla prevenzione cardiovascolare, grazie a nuovi farmaci ‘rivoluzionari’. Ma anche un cambiamento nelle politiche sanitarie”. Nel suo intervento all’apertura dell’Acc 2017, il meeting dell’American College of Cardiology al via oggi a Washington, il presidente dell’Acc Richard A. Chazal non nasconde la testa sotto la sabbia. Parla del futuro della cardiologia, ma anche di quello della sanità americana alle prese con lo spettro della “revisione dell’Affordable Care Act”. “C’è l’esigenza di gestire la pressione economica dei nuovi, costosi trattamenti”, e soprattutto c’è “il nuovo indirizzo politico” del presidente Donal Trump. Ebbene, da Washington i cardiologi Usa fanno sentire la loro voce e lanciano 8 principi di politica sanitaria che guideranno il dialogo con il nuovo Congresso Usa e con l’amministrazione Trump. I cardiologi, è il messaggio che arriva dall’Acc, sono legati ai valori americani – il meeting è stato aperto da uno ‘spot’ patriottico con inno in sottofondo – ma non possono non riconoscere il contributo dei tanti medici e ricercatori stranieri al progresso delle cure e della ricerca ‘a stelle e strisce’. E soprattutto non smetteranno di battersi al fianco dei pazienti, in un dialogo con l’amministrazione che di certo non si interromperà. “Per Washington il 2017 è un periodo di cambiamento – riflette Chazal – A volte siamo troppo comodi nello status quo, ma il cambiamento è inevitabile. E può portare a progressi inimmaginabili, come quelli degli ultimi due secoli per la medicina, che per millenni era stata solo intuitiva. Ebbene, anche se gli uomini politici e alcuni membri dello staff possono cambiare, il dialogo in corso con le agenzie federali come la Food and Drug Administration, i Centers for Medicare e i Medicaid Services, i National Institutes of Health e altre strutture continuerà, e sarà simile agli anni passati”, assicura. “La grande domanda è quali saranno le conseguenze di questi cambiamenti sull’assistenza sanitaria”, gli fa eco il collega Spencer B. King III. Gli 8 principi individuati dai cardiologi saranno la base per guidare il dialogo con le istituzioni e le agenzie governative. Con l’obiettivo di assicurare che le nuove politiche del settore tutelino comunque i pazienti e il loro accesso a cure di qualità e costo-efficaci. Ma anche di continuare a investire nella ricerca cardiovascolare, nella prevenzione e nella formazione dei professionisti del settore. Ecco dunque una sintesi dei principi che guideranno l’impegno dei cardiologi nell’era Trump: espandere l’accesso e prevenire la perdita di copertura sanitaria attraverso programmi pubblici e privati; garantire l’accesso a opzioni di copertura accessibili ai pazienti con patologie cardiache; espandere l’investimento nazionale in ricerca e prevenzione cardiovascolare; continuare nelle politiche di trasparenza e semplificazione delle informazioni sanitarie attraverso la tecnologia. Ancora: avere un atteggiamento centrato sui pazienti e sempre guidato dalla medicina basata sull’evidenza; enfatizzare la professionalità e la trasparenza degli operatori, in un dialogo attento con il malato; avere un approccio collaborativo e un dialogo attento con istituzioni e agenzie; ridurre al minimo le barriere per un’assistenza cardiologica efficace, attenta e di qualità.