Il disegno di legge di Governo del territorio, presentato dall’assessore all’Urbanistica della Regione Sardegna, Cristiano Erriu e approvato dalla Giunta il 16 marzo scorso, approderà alla competente Commissione consiliare agli inizi di aprile, subito dopo l’approvazione della Finanziaria 2017. Erriu dice all’Adnkronos come la qualità paesaggistica sia ”la grande risorsa di sviluppo presente e futuro della Sardegna, il principale fattore di ricchezza. Questo testo nasce da una filosofia di rigorosa tutela del paesaggio, con elementi di flessibilità governata e virtuosa rispetto all’attuale normativa, di cui propone un aggiornamento prudente, mirato all’equilibrio tra sostenibilità e sviluppo, rispetto ambientale e creazione di ricchezza e occupazione”. ”È una legge ambiziosa, innovativa e completa – continua l’assessore Cristiano Erriu – che ha avuto una gestazione lunga un anno mezzo: un periodo piuttosto lungo, che però ci ha consentito di metterci all’ascolto. Vogliamo combattere il concetto di redditività, che ormai è superato: vogliamo che l’attività imprenditoriale sia privilegiata rispetto alla rendita fondiaria. E negli ambiti urbani puntiamo al recupero dei tanti, troppi edifici esistenti che non sono utilizzati”. Il 16 marzo, insieme a questo Ddl, sono state approvate le Disposizioni urgenti in materia urbanistica ed edilizia, un intervento di manutenzione che riguarda tre leggi regionali del passato: la n. 8 del 2015, la n. 23 del 1985 e la n. 45 del 1989. Il Ddl Governo del territorio si pone alcuni obiettivi: semplificare l’intricata selva di leggi e norme del settore, riunendole in un Testo Unico di poco più di 100 articoli a fronte degli attuali 300; salvaguardare i princìpi contenuti nel Piano Paesaggistico regionale; tutelare l’ambiente e il paesaggio, garantendo però un corretto equilibrio con le esigenze di sviluppo economico sostenibile; dare maggiore slancio alle zone a vocazione rurale; ridurre il consumo del suolo, privilegiandone il riuso e la sua valorizzazione; sforbiciare in maniera netta i tempi d’attesa da parte di cittadini e imprese nei procedimenti urbanistici. ”Il Ddl – precisa Erriu – supera il dimensionamento astratto e indifferenziato delle superfici edificabili. In più, individua i criteri per il dimensionamento delle superfici minime e dei volumi edificabili in base alla vocazione dei suoli, alle esigenze delle colture e al requisito imprenditoriale dell’agricoltore. La redditività di un ettaro coltivato a vite è di molto superiore alla redditività di un ettaro a cereali”. ”Le aree già trasformate per la residenza, la produzione e i servizi sono i cosiddetti ambiti urbani – prosegue l’assessore Erriu -. Il Ddl prevede la rigenerazione e la riqualificazione degli ambiti consolidati, insieme alla ricucitura di ambiti urbanizzati degradati o non connessi tra loro in maniera funzionale. Gli ambiti che invece non rientrano nelle precedenti classificazioni possono accogliere al loro interno le limitate aree per la soddisfazione delle esigenze di nuove residenze e servizi Il Comune determina nel PUC il fabbisogno edificatorio e mette a bando quote di esso, secondo un programma temporale”. ”I proprietari delle aree comprese in questo Ambito aderiscono al bando con proposte che evidenziano qualità e quantità degli interventi (servizi, compensazione ambientale, ecc.). Infine, gli insediamenti turistici già esistenti potranno adeguarsi alle esigenze della moderna ricettività, migliorando gli standard di strutture obsolete e non più competitive sul mercato internazionale. In questo modo saranno favorite la destagionalizzazione e l’occupazione. Va precisato un concetto: nella fascia dei 300 metri non saranno costruiti nuovi insediamenti turistici. Tuttavia, gli alberghi ormai obsoleti potranno essere adeguati e tornare ad essere competitivi, a precise condizioni. Per esempio, l’incremento di cubatura sarà sempre verso l’interno e mai nella fascia tra la struttura esistente e il mare. L’incremento è limitato al 25% della cubatura originaria, salvo che la struttura non abbia già usufruito di interventi analoghi, come è accaduto con il primo Piano Casa. L’imprenditore dovrà dimostrare che l’incremento è utile a destagionalizzare i flussi turistici”. Si calcola che sono 250, tra alberghi, campeggi, ostelli e residence, le strutture che possono chiedere di fare degli incrementi volumetrici: circa 180 sono situate al di fuori dei centri urbani e 70 strutture all’interno di un centro urbano. ”I grandi progetti – conclude Erriu – non saranno realizzati in deroga rispetto al Piano Paesaggistico Regionale, e se fosse necessario un approfondimento o un adeguamento del PPR, questo seguirà la procedura di formazione del PPR stesso. In sostanza, verranno applicati i meccanismi previsti dal Codice Urbani per la predisposizione dei Piani Paesaggistici”.
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Sardegna: il piano paesaggio una “grande risorsa”, a breve in Commissione
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