Più di 8.400 casi di colera, di cui 200 mortali, sono stati registrati in Somalia dall’inizio dell’anno, un numero in rapida crescita da quando il paese è stato colpito da una grave siccità. Se la comunità internazionale non interverrà urgentemente, la Somalia rischia di andare incontro a una catastrofe ancora più grave di quella che nel 2011 ha provocato la morte di oltre 250.000 persone, è l’allarme lanciato oggi da Save the Children, l’Organizzazione internazionale dedicata dal 1919 a salvare i bambini in pericolo e a promuovere i loro diritti. I centri per la salute e la nutrizione di Save the Children in Somalia stanno registrando un rapido incremento di decessi dovuti al colera e alla diarrea, casi che riguardano anche i bambini, i cui corpi sono già indeboliti dalla fame. Si stima che circa un milione di bambini potrebbero risultare malnutriti quest’anno, con almeno 200.000 che rischiano di morire a causa di gravi forme di malnutrizione.”Salvare queste vite e assicurare i mezzi di sostentamento alla popolazione richiede un’azione concertata da parte della comunità internazionale, ma non c’è più tempo da perdere e bisogna agire ora”, ha dichiarato Hassan Noor Saadi, Direttore di Save the Children in Somalia. Da quando, alla fine dello scorso anno, il paese è stato colpito dalla siccità, i casi di colera e diarrea sono fortemente aumentati, passando da poco meno di 200 casi nella prima settimana di novembre a circa 1.400 nella seconda settimana di febbraio. Un team di Save the Children per il trattamento urgente del colera ha raggiunto l’epicentro dell’emergenza, tra la regione di Bay e la sua capitale Baidoa, dove è stato registrato il 72% dei casi.Oltre al colera, l’Organizzazione è fortemente preoccupata anche da altri fattori che mettono a grave rischio la salute dei bambini e il loro livello di nutrizione. In particolare, i medici impegnati nelle 72 cliniche di Save the Children nel Puntland riportano gravi infezioni respiratorie di cui sono vittime i bambini, tra cui numerosi casi di polmonite. A causa della grave siccità che ha colpito il paese, inoltre, si stima che già 250.000 persone siano state costrette ad abbandonare la propria terra e a trasferirsi in campi dove mancano i principali servizi di base, come acqua, cibo, servizi igienici e sanitari. Circa 6,2 milioni di persone, pari a quasi la metà della popolazione, hanno infine urgente bisogno di aiuto per via dell’insicurezza alimentare. “Di fronte alla gravità della situazione in Somalia e ai tristi ricordi del 2011, la risposta della comunità internazionale per affrontare le sofferenze dei bambini somali è vergognosamente inadeguata – ha detto ancora Hassan Noor Saadi – Nel 2011, l’ondata di morti causata dalla siccità si registrò nel mese di aprile e allora la siccità era meno grave di quella attuale. La comunità internazionale ignorò i primi segnali di quella crisi, non agì con decisione e attese fino a luglio prima dichiarare la carestia. Oggi la comunità internazionale sta ripetendo gli stessi errori”. Save the Children chiede ai donatori, ai paesi del G7 e alle agenzie delle Nazioni Unite di stanziare urgentemente fondi per la Somalia. Entro giugno sono necessari 825 milioni di dollari per salvare vite umane e avviare un processo di recupero dalla carestia. Ad oggi, tuttavia, è stata raggiunta solo la metà di questa cifra. Save the Children invita quindi con urgenza la comunità internazionale ad agire in maniera concertata per aumentare i finanziamenti affinché la siccità non si trasformi in un disastro umanitario in piena regola.