La proposta di coprire completamente i costi di ricostruzione a seguito di disastri naturali attraverso il Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) è stata approvata oggi dalla Commissione per lo sviluppo regionale. Questi fondi addizionali integreranno il supporto già dato tramite il Fondo di solidarietà. I deputati hanno proposto un tetto massimo del 5% sui fondi che si possono prelevare dal Fesr, per ciascuno Stato membro. “Sono lieta che la commissione per lo sviluppo regionale ha approvato oggi la relazione sulle misure specifiche per gli Stati membri colpiti da calamità naturali, attraverso la procedura semplificata, al fine di fornire i risultati in modo più efficiente. Ciò aiuterà tutti gli Stati membri interessati a recuperare in fretta i fondi spesi attraverso il sostegno supplementare del Fondo europeo di sviluppo regionale” ha dichiarato la relatrice e presidente della commissione Iskra Mihaylova (ALDE, BG).
La risoluzione è stata approvata con 28 voti in favore e un’astensione. Il nuovo regolamento modificherà la politica di coesione 2014/2020 introducendo un asse prioritario per le operazioni di ricostruzione con un tasso di co-finanziamento che può arrivare fino al 100% e quindi un sostegno totale da parte del Fesr. Questi aiuti saranno dati agli Stati membri e alle regioni colpite da disastri naturali grandi o locali, come l’Italia dopo i terremoti, completando gli aiuti già disponibili attraverso il Fondo di solidarietà dell’UE.I deputati della commissione per lo sviluppo regionale hanno proposto solo un emendamento alla proposta della Commissione per introdurre un tetto massimo del 5% di fondi prelevabili da quelli del Fesr, per ogni Stato membro e durante il periodo 2014-2020. Per garantire il finanziamento delle operazioni direttamente dopo il verificarsi di un disastro, è stata fatta una deroga alla norma sulla data d’inizio d’ammissibilità delle spese. La deroga assicura la possibilità che le spese sostenute possano essere dichiarate per il rimborso sin dal primo giorno del disastro.La risoluzione legislativa verrà messa al voto in plenaria nel mese di Aprile (3-6 Aprile); solo allora il Parlamento avvierà i negoziati con il Consiglio, si legge in un comunicato, al fine di raggiungere un rapido accordo.