Terremoto: Tolentino non ha più zone rosse, ma resta la paura

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Tolentino ferita nel cuore, con la Basilica di San Nicola ‘rappezzata’ e con la facciata reclinata in avanti a causa delle scosse di terremoto che hanno piegato la cittadina. Ma la messa in sicurezza della casa del Santo piu’ amato e di altri edifici storici, come la Collegiata di San Francesco o il Museo della caricatura, abbinati alla riapertura dell’intero centro storico, annullando cosi’ ogni porzione di “zona rossa”, fa emergere tutto l’orgoglio e la voglia di questa citta’ della provincia di Macerata di tornare a vivere. “Nonostante i vincoli di una burocrazia assillante siamo riusciti a non fermarci, e adesso dobbiamo, con ancor piu’ convinzione, pensare alla ricostruzione e a riportare la nostra gente a vivere qui”, spiega il sindaco Giuseppe Pezzanesi, il cui obiettivo è quello di “realizzare meno casette di legno possibile dando ai nostri sfollati una casa vera attraverso l’acquisizione del patrimonio immobiliare antisismico disponibile sul nostro territorio”.

La trattativa è già in corso e “attendiamo le dovute verifiche tecniche sugli appartamenti e poi sara’ il Governo a dover procedere all’acquisto, al momento abbiamo individuato un centinaio di immobili”. Attualmente sono più di 5mila gli abitanti di Tolentino costretti a vivere fuori dalle proprie abitazioni: circa 4.500 sono in autonome sistemazioni, 300 vivono negli alberghi lungo la costa adriatica e altri 230 nei container collettivi installati in citta’. “Questa gente che manca si nota eccome, i nostri negozi sono vuoti e gli incassi inesistenti“, spiega Monica Fammilume, presidente del Comitato commercianti del centro storico. “Anche se la citta’ e’ stata riaperta – sottolinea – sono pochi quelli che ci vivono e abbiamo perso anche i clienti che prima del terremoto arrivavano qui da Camerino e altri paesi, e questo ci spaventa. Se il Governo e la Regione non ci daranno una mano, per noi sara’ la fine“. La paura dei negozianti di non farcela accende un faro sulla necessità di far tornare i turisti a Tolentino “e faremo di tutto perche’ i tanti visitatori, soprattutto stranieri, che affollavano le nostre strade tornino al piu’ presto“, spiega l’assessore Orietta Leonori mentre cammina tra i palazzi puntellati e con le crepe in brutta vista. Tra gli edifici lesionati e inagibili c’e’ anche Palazzo Silverj, quello della famiglia del presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni. E sono chiusi anche Palazzo San Gallo, dove sono custodite circa 5mila caricature e il palazzo comunale che danno su piazza della Libertà, sulla quale svetta la torre degli orologi, perfettamente funzionanti, tanto per ricordare che a Tolentino il tempo non si e’ fermato nemmeno col terremoto.

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