Nuova era nella lotta al cancro. Grazie ai test di caratterizzazione molecolare del tumore e alle terapie target migliorano le prospettive di trattamento del carcinoma polmonare, principale big killer tra i tumori, con la maggiore mortalità nel mondo. Nonostante i passi avanti della ricerca, molto deve essere fatto ancora nel nostro Paese per garantire ai pazienti quello che ormai è considerato un loro diritto: un accesso uniforme e tempestivo ai test molecolari, necessario per assicurare a tutti la terapia più appropriata ed efficace. Questi i temi al centro dell’incontro che riunisce oggi e domani a Roma i principali esperti nazionali di oncologia polmonare per discutere delle più recenti innovazioni in questo campo. La novità principale riguarda crizotinib, primo inibitore orale mirato al recettore della tirosin chinasi, che ha come bersaglio la proteina derivata dal riarrangiamento del gene Alk (Anaplastic Lymphome Kinase): già disponibile in Italia per il trattamento di seconda linea, l’Aifa ha recentemente autorizzato la rimborsabilità di crizotinib anche per il trattamento di prima linea in pazienti adulti con carcinoma polmonare non a piccole cellule Alk-positivo in stadio avanzato. Questa approvazione si basa sui risultati di uno studio clinico di confronto che ha mostrato la superiorità di crizotinib rispetto alla chemioterapia, sia in termini di efficacia che di miglioramento della qualità di vita dei pazienti. “E’ fondamentale sapere quali pazienti potrebbero avere determinate alterazioni geniche e, per coloro che presentano una maggiore probabilità, utilizzare i protocolli diagnostici più precisi ed accurati”, afferma Antonio Marchetti, direttore del Centro di Medicina molecolare predittiva dell’Università degli Studi di Chieti-Pescara.
“Per garantire l’accesso dei pazienti ai test bio-molecolari richiesti per l’utilizzo in clinica di farmaci a bersaglio molecolare già registrati dall’Aifa, l’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) e la Società italiana di anatomia patologica da circa 10 anni sono impegnate nella formazione, nella produzione di raccomandazioni cliniche e metodologiche e in programmi di controlli periodici di qualità dei laboratori a livello nazionale per ottenere test validati e effettuati con tempistiche e metodologia adeguate – dichiara Carmine Pinto, presidente nazionale Aiom – In alcune aree del nostro Paese permangono purtroppo criticità di tipo organizzativo e di tipo tecnico, dovute principalmente all’assenza di Reti oncologiche regionali funzionanti e di Pdta (percorsi diagnostico-terapeutici) strutturati, che assicurino in tempi certi e con adeguata qualità le risultanze richieste, da cui chiaramente deriva una difficoltà di accesso a farmaci target”.