Grazie “alla mammografia e alle terapie innovative otto italiane su dieci colpite da cancro del seno riescono a sconfiggerlo. Il 45% delle connazionali, però, non si sottopone ad esami in grado di diagnosticare precocemente la malattia”. Un dato preoccupante, evidenziato da Stefania Gori, direttore dell’Oncologia medica dell’ospedale Don Calabria Negrar di Verona e presidente eletto dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), durante il convegno ‘Breast Journal Club L’importanza della ricerca in oncologia’, al via oggi a Napoli. Anche sul fronte della prevenzione si registrano forti differenze tra le Regioni. “Qui in Campania – prosegue l’oncologa – c’è una delle percentuali più basse di adesione e ben il 63% delle donne non esegue questo test salvavita. Rinnoviamo quindi il nostro appello affinché tutta la popolazione partecipi ai programmi di prevenzione secondaria del cancro”, sottolinea. I nuovi casi di tumore del seno aumentano: nel 2016 sono stati 50 mila, 2.000 in più rispetto al 2015. La mortalità però è in costante diminuzione, in particolare fra 50 e 69 anni (-1,9% l’anno), la fascia d’età ‘coperta’ dallo screening mammografico. In alcune Regioni si sta allargando il test anche alle ‘over 45’. “Si calcola che in Italia vivano oltre 692 mila donne che hanno avuto una diagnosi di tumore del seno – afferma Sabino De Placido, ordinario di Oncologia medica all’Università Federico II di Napoli – E il loro numero è per forza destinato ad aumentare nei prossimi anni. La ricerca medico-scientifica dovrà essere sempre più indirizzata a garantire una buona qualità della vita anche dopo la malattia”.