La candidatura della «Cultura del tartufo» a patrimonio immateriale dell’umanità è un passo importante per difendere un sistema segnato da uno speciale rapporto con la natura in un rito ricco di aspetti antropologici e culturali che sviluppa nei territori vocati un business stima in oltre mezzo miliardo di euro. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare il via libera all’unanimità della Commissione italiana per l’Unesco della candidatura della “cultura del tartufo” anche come sostegno a Norcia e alle altre aree del sisma. Un segnale di attenzione che – ricorda la Coldiretti – arriva dopo l’inaugurazione lo scorso 24 febbraio della Fiera del Tartufo di Norcia da parte del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni che ne ha sottolineato l’importanza per rilanciare il turismo nelle zone del terremoto. La richiesta di candidare a bene immateriale vivente da proteggere le ‘Pratiche e conoscenze della cultura del tartufo’ è sostenuta – sottolinea la Coldiretti – dalle 54 città italiane del tartufo, di 14 regioni lungo tutto lo stivale, insieme alle associazioni interessate. Una candidatura che apre un anno importante per il Made in Italy alimentare che si concluderà tra il 4 e l’8 dicembre 2017 a Seul dove sarà esaminata dal comitato mondiale Unesco la candidatura per l’iscrizione dell’Arte dei Pizzaiuoli napoletani nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità Unesco a sostegno del quale si sta completando la raccolta di 2 milioni di firme in tutto il mondo con il forte sostegno della Coldiretti.