L’Italia candida le sue meraviglie come Patrimonio immateriale Unesco: i tartufi, il rito solenne della Perdonanza Celestiana, lo spettacolare evento storico-religioso che si tiene annualmente all’Aquila, la tecnica dei muretti a secco, simbolo della viticoltura eroica dalle Cinque Terre al Salento e terrazze naturali per i limoni di Amalfi. Le candidature sono state votate oggi all’unanimita’ dalla Commissione italiana per l’Unesco ed avranno modo di portare a Parigi dossier importanti per l’Italia agricola da Nord a Sud, e per i territori del Centro Italia danneggiati dal terremoto. Non a caso la comunita’ di Norcia, nel cuore dell’Umbria, si è fatta promotrice della candidatura della “cultura del tartufo”. Candidatura che, ha commentato il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, “valorizza un prodotto tradizionale per tante aree rurali del nostro Paese, a partire dalla comunita’ di Norcia e delle zone del terremoto di Umbria, Lazio e Marche. Nel mondo il tartufo e’ uno dei simboli piu’ forti della qualita’ del Made in Italy agroalimentare e per questo sosteniamo con forza questa esperienza come patrimonio dell’umanita’. Aggiungiamo cosi’ un nuovo tassello di promozione del nostro modello agricolo che si caratterizza per la distintivita’ e l’unicita’ del nostro saper fare, della nostra cultura, dei nostri prodotti”.
Il tartufo, come evidenzia la Coldiretti, sviluppa nei territori vocati un business di oltre mezzo miliardo di euro. Da qui il sostegno alla candidatura, la cui valutazione prendera’ il via nel 2018 per concludersi nel 2019, dalle 54 “Citta’ del tartufo”, di 14 regioni italiane, insieme alle associazioni a tema. Anche dal viceministro alle Politiche Andrea Olivero esprime il suo favore per il “riconoscimento non solo un prodotto della terra, ma un simbolo di una civilta’ agricola e di una cultura capace di sviluppare uno straordinario rapporto tra l’uomo e l’ambiente naturale. L’Italia dimostra cosi’ attenzione alle aree interne: Alba, Acqualagna, Norcia e molte altre terre, al Nord come al Centro e al Sud, hanno sviluppato nei secoli un patrimonio culturale che oggi e’ doveroso custodire e tramandare“. Da oggi guardano all’Unesco anche territori del Sud e isole dove gli appezzamenti di terreno sono contenuti da muretti a secco, la tecnica in agricoltura oggetto di una candidatura multinazionale che verra’ valutata entro il 2018. Come Cipro che trova come partner la Grecia, insieme all’Italia appunto, Spagna, Francia e Svizzera. Aree emblematiche interessate: la Costiera Amalfitana, Pantelleria, le Cinque Terre ed in Puglia il Salento e la Valle d’Itria.