Elon Musk non si ferma mai: prima ha cambiato il modo di fare pagamenti con PayPal, successivamente ha puntato sulle auto elettriche e sul settore aerospaziale con Tesla e SpaceX, ora guarda all’intelligenza artificiale. E’ infatti consapevole che in un futuro non troppo lontano l’interazione uomo-macchina diventerà sempre più centrale. Pertanto presenterà Neuralink, una società che studia il modo per impiantare microchip nel cervello, grazie ai quali, in futuro, saremo in grado di inserire dati o di scaricare pensieri dal nostro cervello. Lo scrive il Wall Street Journal, che cita fonti anonime. Musk sta lavorando alla creazione di questa startup, che avrà sede in California, e allo stesso tempo potrebbe avere un ruolo attivo e non solo da finanziatore.
La conferma dell’esistenza del gruppo è arrivata da Max Hodak, fondatore di Transcript, una azienda che si occupa di portare la robotica all’interno dei laboratori di ricerca. Al momento Musk non ha ancora voluto commentare la notizia. Neuralink è nella fase embrionale e c’è ancora molto lavoro da fare prima di poterla presentare ufficialmente, ha detto Hodak, che sta appunto lavorando alla fondazione della società. L’idea principale di Neuralink è quella di studiare le malattie del cervello e allo stesso tempo evitare “che l’umanità venga sottomessa dalle macchine”, scrive il Wall Street Journal. Musk la scorsa estate aveva accennato alle idee che potrebbero essere sviluppate dalla nuova startup. In particolare aveva parlato della possibilità di collegare il nostro cervello con un computer e raggiungere un livello di funzionalità impensabile.
In un tweet dell’agosto del 2016 Musk aveva evidenziato i “progressi” in questo settore, accennando a un possibile annuncio. Neuralink potrebbe ricevere fondi anche da Founders Fund, venture capital fondata da Peter Thiel, amico e cofondatore insieme a Musk di PayPal. Ma Musk non è l’unico a voler lavorare sul potenziamento artificiale del cervello: esiste Kernel, startup finanziata con 100 milioni di dollari da Bryan Johnson, fondatore di una società di pagamenti online. Anche in questo caso lo scopo iniziale è quello di combattere le malattie, per poi iniziare a trasformare il cervello. Non è una novità, infine, che anche la Defense Advanced Research Projects Agency (Darpa), l’agenzia del dipartimento della Difesa che si occupa di tecnologia, stia studiando programmi di interfaccia uomo-macchina da inserire nel cervello. Ovviamente la strada è ancora molto lunga. Prima di impiantare elettrodi è fondamentale trovare un processo poco invasivo. Quanto tempo ci vorrà? Secondo Musk, quattro o cinque anni.