Aumenta l’uso di amari e superalcolici, sempre più spesso lontano dai pasti. In Italia sono molti i giovani, spesso giovanissimi, che assumono notevoli quantità di alcol in poche ore. Lo rileva la Relazione al Parlamento su alcol e problemi correlati, trasmessa dal Ministero della Salute al Parlamento. L’alcol nel 2012 ha causato nel mondo 3,3 milioni di morti, ossia il 5,9% di tutti i decessi. Provoca infatti, specifica il Ministero della salute “danni diretti alle cellule di molti organi, soprattutto fegato e sistema nervoso centrale“. Per questo “aumenta il rischio di patologie come cirrosi epatica, pancreatite, tumori maligni e benigni, epilessia, disfunzioni sessuali, demenza, ansia, depressione”.
Un capitolo a parte meritano gli incidenti stradali provocati dalla guida in stato d’ebbrezza a cui sono attribuibili, in Europa, ben il 25% dei decessi tra i ragazzi di 15-29 anni e il 10% tra le ragazze. Nonostante questo, il 2015 ha visto aumentare i consumi: nel corso dell’anno il 64,5% degli italiani di 11 anni e piu’, ovvero 35,6 milioni di persone, ha consumato almeno una bevanda alcolica (percentuale che arriva al 77,9% tra i maschi). Nel 2014 erano stati il 63% degli italiani, pari a 34,3 milioni. Se e’ vero che il trend e’ in calo rispetto al decennio 2005-2015, che ha visto diminuire i consumatori dal 69,7% al 64,5%, quello che continua ad aumentare in modo preoccupante e’ il numero di consumatori di alcol che beve lontano dai pasti: nel 2013 erano il 25,8%, nel 2014 il 26,9%, nel 2015 il 27,9%. Spesso inoltre lo fanno senza moderazione. Resta allarmante, dunque, il fenomeno del binge drinking. I consumatori che hanno bevuto 6 o piu’ bicchieri di alcolici in un’unica occasione almeno una volta nel 2015 sono stati il 10,8% tra gli uomini e 3,1% tra le donne di eta’ superiore a 11 anni, pari 3,7 milioni di italiani: erano 3,3 milioni nel 2014. Continua in particolare a diminuire il numero di chi beve solo vino e birra, mentre aumenta quello di chi consuma anche aperitivi, amari e superalcolici. Infine anche in questo campo non mancano le diversita’ regionali. Il consumo e’ decisamente aumentato rispetto all’anno precedente sia al Nord che al Centro Italia, mentre non si rilevano variazioni significative al Sud e nelle Isole.