Il presidente del Consiglio regionale ligure la chiama “la purezza di una passione” e propone di portare la caccia come materia di studio a scuola, per preparare i futuri cacciatori a sparare per fermare l’emergenza cinghiali.
“Sorprende che nel 2017 un altro rappresentante istituzionale – commenta la Presidente LNDC, Piera Rosati – proponga come momento di elevazione culturale la caccia, annaspando in ragioni che nulla hanno di scientifico nel proporre la strada più tecnica e indolore per fermare la diffusione del cinghiale sul territorio”. Per prima cosa ricordiamo all’illustre politico dell’abbattimento scolastico, che la diffusione massiva è l’effetto del ripopolamento voluto proprio dai cacciatori, e scappato di mano per la mancanza di predatori, abbattuti dalla “purezza” della passione venatoria”.
“Secondo aspetto: dove c’è spazzatura e sporco, i cinghiali accorrono alla ricerca di cibo; terzo non trascurabile aspetto, vanno poste sotto controllo le riserve di caccia e realizzate recinzioni nei punti più sensibili, come già accade in aree del paese. Quarto, ma non ultimo, anzi – prosegue Rosati – il sistema alternativo si chiama immunovaccino, l’inoculazione porta alla sterilizzazione immunologica che inibisce la produzione di gameti e pone fine alla riproduzione. Roma ad esempio sta portando avanti questo progetto ed ha attivato tavoli di lavoro con tutte le forze in campo, Regione, sanità pubblica competente, enti locali”.
“Pensare – conclude la Presidente di Lega Nazionale per la Difesa del cane – che insegnando a cacciare si risolva col grilletto il problema è segno di inquietante ignoranza del problema e di scarsa se non nulla conoscenza delle alternative che oggi ci offre, ci sia consentito dire, la più nobile scienza veterinaria”.