Negli ultimi anni abbiamo spesso avuto a che fare con perturbazioni africane, ovvero con situazioni di maltempo che sono associate ad aree di Bassa Pressione che si muovono a latitudini molto basse, quasi sempre al livello dl Canale di Sicilia.
Molto spesso questi sistemi si presentano assai difficili da prevedere per molteplici motivi che non elenchiamo ma tutti, quasi sempre, sono capaci si condizioni di maltempo estremo e comunque assai marcato.
Tutto ciò porta, per indicarli, ad utilizzare il termine di Ciclone, associandoli quindi a condizioni di forte maltempo tipico delle aree Tropicali.
Ma il Ciclone Mediterraneo, quello comune (si fa per dire) dalle nostre parti, presenta una differenza sostanziale rispetto a quello classico Tropicale. La natura della differenza che distingue in modo sostanziale i due fenomeni, è data dalla Temperatura interna. Quello Mediterraneo ha bassa temperatura e per questo si chiama a Cuore Freddo. L’area interna, dove la pressione si presenta con il suo minimo, ha infatti una temperatura più fredda di tutta l’area esterna circostante.
Quello Tropicale invece ha il Cuore Caldo, ovvero al suo interno presenta valori termici più elevati rispetto all’esterno.
Ecco che, se si manifesta un Ciclone dalla nostre parti, magari nel Canale di Sicilia, prima di identificarlo, occorre verificare la Temperatura al suo interno.
La cosa purtroppo è fattibile soltanto grazie a sistemi di analisi molto spinti capaci di guardare molto nel dettaglio. Gli unici sistemi in grado di farlo sono le Analisi Satellitari ad Infrarossi oppure i sistemi WRF, questi ultimi però poco fruibili dalle nostre parti.