Corea del Nord: ecco come hanno risposto gli Stati Uniti ai 5 test nucleari

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Fiato sospeso in Asia e nel mondo per la possibilità di un sesto test nucleare della Corea del Nord, al quale gli Stati Uniti promettono di reagire militarmente.

Ecco una cronologia dei test nucleari sotterranei effettuati da Pyongyang e come hanno finora reagito gli Stati Uniti.

9 ottobre 2006: Primo test nucleare nordcoreano. Il paese è allora guidato da Kim Jong Il, padre dell’attuale leader. L’esplosione è pari ad un chilotone, equivalente a mille tonnellate di Tnt, molto meno potente delle bombe atomiche sganciate dagli americani sul Giappone. Secondo Washington il test è un fallimento, ma gli Stati Uniti premono per il blocco delle vendita di ogni equipaggiamento militare a Pyongyang. Il Consiglio di Sicurezza Onu approva una misura più ristretta che impone l’embargo soprattutto ad equipaggiamenti legati allo sviluppo di armi nucleari.

25 maggio 2009: Secondo test nucleare. Secondo le stime americane l’esplosione ha sviluppato una potenza di due chilotoni. Il presidente americano Barack Obama parla di “grave minaccia”. Il Consiglio di Sicurezza Onu rafforza le sanzioni contro Pyongyang, vietando la vendita al regime di ogni arma od equipaggiamento militare.

12 febbraio 2013: Terzo test nucleare, il primo dopo la salita al potere del nuovo leader, Kim Jong Un. La potenza sviluppata raggiunge, secondo le stime, i 6-7 chilotoni. Il test coincide con il discorso dello stato dell’Unione di Obama e le elezioni politiche in Corea del Sud. Washington risponde trasferendo in Corea del Sud sistemi di difesa antimissile e bombardieri Stealth in grado di sganciare bombe nucleari. Il segretario di Stato John Kerry avverte Kim che, in caso di conflitto con gli Usa, sarebbe certamente sconfitto. L’Onu rafforza le sanzioni contro Pyongyang: vengono congelati i beni di persone e organizzazioni vicine al leader nordcoreano e viene imposto un embargo alla vendita di generi di lusso.

6 gennaio 2016: La Corea del Nord annuncia un quarto test nucleare. In un discorso alla tv di Stato, Kim vanta”uno straordinario successo” e parla dell’esplosione di una bomba all’idrogeno miniaturizzata. Tuttavia gli esperti internazionali non sono in grado di confermare che il test sia avvenuto. Si ipotizza una possibile potenza fra 4 e 6 chilotoni. Nei mesi successivi il Congresso americano approva una legge che autorizza l’amministrazione di Washington ad imporre sanzioni contro singoli individui che hanno rapporti commerciali o finanziari con Pyongyang. Una risoluzione Onu vieta alla Corea del Nord di lanciare missili balistici e impone agli Stati membri di ispezionare le navi cargo dirette in Corea del Nord per accertarsi che non vengano violate le sanzioni già imposte. Gli Stati Uniti rafforzano il sistema di difesa antimissile THAAD nel Pacifico. Obama respinge la proposta di Pyongyang di smantellare il sistema in cambio dell’impegno a non effettuare più test nucleari.

9 settembre 2016: Sesto test nucleare nordcoreano, il secondo nell’arco di un anno. Lo scoppio genera un sisma di magnitudo 5.3. La sua potenza stimata è di 10 chilotoni, pari a quella delle bombe sganciate su Hiroshima e Nagasaki. In dieci anni, la potenza dei test si è decuplicata. “Non accetteremo mai una Corea del Nord nucleare”, dichiara Obama in visita a Seul. Gli Stati Uniti lavorano con l’Onu per rafforzare l’efficacia delle sanzioni esistenti. Pechino accetta di metter fine alle importazioni di carbone nordcoreano, con gravi conseguenze sull’economia di Pyongyang.

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