“Consulenti specializzati, che abbiano una profonda conoscenza dei temi scientifici oggetto di una sentenza”: lo suggerisce Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto Mario Negri di Bergamo, in riferimento alla sentenza del Tribunale di Ivrea che ha condannato l’Inail a corrispondere una rendita vitalizia da malattia professionale a un dipendente al quale nel 2010, è stato diagnosticato neurinoma dell’acustico.
“I progressi della scienza dovrebbero andare di pari passo con quelli della giurisdizione, ma non è così – ha rilevato – perché la conoscenza scientifica va avanti a velocità vertiginosa e la legge fatica a tenere il passo”. Le sentenze che hanno sofferto maggiormente di questo distacco dalla scienza sono state, secondo Remuzzi, quelle relative al caso Stamina. “In quella vicenda ci eravamo trovati di fronte a giudici che prescrivevano, che imponevano dei trattamenti”. In generale, ha proseguito, “un giudice dovrebbe verificare che un trattamento sia prescrivibile”.
Secondo Remuzzi è importante che “le sentenze relativi a temi scientifici si basino sulla letteratura scientifica.” Nel caso dei neurinomi dell’acustico, per esempio, c’è qualche evidenza dell’associazione all’uso dei telefonini. Secondo quattro studi che “hanno coinvolto migliaia di individui (tra persone malate e controlli) e’ emerso che il rischio associato all’uso del telefonino varia da 0,6 a 1,6.” Questo significa che il numero dei casi e’ stato inferiore a quello riscontrato nei controlli. “Bisogna considerare inoltre – ha detto ancora – che i neurinomi sono tumori che si sviluppano lentamente e che per questo e’ importante considerare il tempo di osservazione”. C’e’ uno studio che indica l’aumento dei rischi in rapporto alla durata dell’uso del telefonino, mentre un altro appena completato indica che non c’e’ alcun aumento. In sostanza “non si puo’ escludere il rapporto fra uso del telefonino e neurinomi, ma nemmeno per dire il contrario. E’ anche impossibile – ha aggiunto – giudicare il ruolo del telefonino nella malattie di un determinato individuo”.