In relazione alla ricerca pubblicata sulla rivista Science e divulgata oggi dalla NASA, secondo cui nelle profondità dell’oceano nascosto sotto uno strato di ghiaccio su Encelado (satellite naturale di Saturno) possano esserci sorgenti geotermali, secondo l’astrobiologa Daniela Billi dell’Università di Roma Tor Vergata, si evoca uno scenario che ricorda la Terra com’era circa 3,8 miliardi di anni fa, quando cioè sono comparse le prime forme di vita, “ricorda quanto e’ avvenuto sulla Terra nelle lost city“, negli sfiatatoi idrotermali scoperti nel 2000 in fondo al Pacifico e subito individuati come luoghi ideali per l’origine della vita. In questi ambienti il “motore madre della vita” è stata la serpentinizzazione, una reazione tra rocce metalliche e acqua che libera calore, producendo idrogeno e metano. In fondo all’oceano di Encelado infatti si ipotizza la presenza di una sorta di “reattore primordiale: sembra di vedere quello che potrebbe essere successo negli oceani terra intorno a 4 miliardi di anni fa“.
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Eccezionale scoperta della NASA: sorgenti geotermali su Encelado, possibile “motore della vita”
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