Dopo soli 3 giorni dall’inaugurazione, più di 1330 persone hanno visitato la mostra “Psichiatria: controllo sociale e violazione dei diritti umani” allestita all’Auditorium al Duomo di Firenze e tra esse anche psichiatri che stanno partecipando al congresso che l’Associazione Psichiatrica Europea sta tenendo in questi giorni a Firenze.
Infatti, molti tra i circa 50 psichiatri che hanno visitato la mostra, sono rimasti impressionati dalla ricerca svolta e dall’esposizione precisa dei fatti. Alcuni di loro si sono complimentati per la mostra che permetteva loro di vedere da un punto di vista diverso quelle che vengono chiamate “ malattie mentali”.
Aperta sabato scorso, dopo il corteo di protesta promosso dal Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (CCDU), associazione che dal 1979 denuncia gli abusi commessi nel campo del trattamento mentale, la mostra illustra oltre tre secoli di storia della cura mentale.
75 pannelli fotografici e 14 docu-video che mostrano l’evoluzione dei trattamenti mentali: dalle origini in strutture come la Salpetrière francese, nelle quali venivano rinchiusi i blasfemi, gli sperperatori, i libertini, le prostitute, i poveri, insomma tutti coloro che sovvertivano i costumi e infastidivano i benpensanti di allora, fino ai giorni nostri, passando per una rassegna di strumenti e tecniche degna della miglior letteratura dell’orrore: le docce con l’acqua gelata, l’armadio di legno, la sedia girevole, i ferri roventi, la camicia di forza, le gocce d’acqua sulla testa, l’applicazione di sanguisughe, la devastante lobotomia; i vari tipi di shock (cardiazol, insulina) fino al famigerato elettroshock che, è il caso di ricordarlo, da quando è apparso sulla scena chissà perché è stato principalmente riservato alle donne.
Infine, grazie alle meraviglie della chimica, sono arrivati gli psicofarmaci: tranquillanti, sedativi, ipnotici, antidepressivi, antipsicotici (che hanno sostituito la camicia di tela) e via così di pillola in pillola. Ma c’è anche chi, in passato, ha somministrato ai propri pazienti eroina, cocaina e anche LSD.
La mostra dedica uno spazio anche alle vittime illustri dei trattamenti psichiatrici: da Ezra Pound a Ernest Hemingway, che si suicidò dopo un trattamento con elettroshock, lasciando un sarcastico e amaro epitaffio: “Bene, che significato ha distruggere la mia testa e cancellare la mia memoria, che è il mio capitale, e impedirmi di lavorare? E’ stata una cura brillante, ma abbiamo perso il paziente.”; fino a Kurt Cobain, indimenticato leader dei Nirvana, suicidatosi dopo un trattamento con psicofarmaci.
Non dovrebbero più stupire le stravaganti diagnosi di malattia mentale che alcuni psichiatri hanno riservato a illustri personaggi storici. Neanche Gesù Cristo fu risparmiato quando due psichiatri (C. Binet-Sanglé, 1910 e W. Hirsch, 1912) lo giudicarono irrimediabilmente affetto da paranoia.
Allarma invece il fatto che ai nostri giorni le diagnosi di malattia mentale sono rivolte anche ai bambini in età scolare per cui, secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali – la bibbia della psichiatria – se il minore ha difficoltà a scrivere è affetto dal disturbo chiamato disgrafia e se ha problemi con l’aritmetica è discalculia; se invece è molto vivace e spesso disattento allora si tratta di Disturbo da Deficit dell’Attenzione con Iperattività (sigla in inglese: ADHD).
È per questo motivo che i volontari del CCDU, mentre la mostra rimarrà all’Auditorium al Duomo fino al 10 aprile, visitabile ogni giorno dalle 10 alle 19, stanno raccogliendo firme per due petizioni che saranno inviate al Ministro della Salute:
la prima chiede che la pratica dell’elettroshock cessi in tutta Italia, come già si è verificato in Sicilia, e la seconda che cessino le etichettature psichiatriche dei bambini nelle scuole.
Nessuno nega che le persone, siano esse adulte o minorenni, possano avere problemi e difficoltà che possono generare anche comportamenti irrazionali e nessuno nega il diritto di un adulto di assumere, se proprio lo vuole, sostanze che alterano il suo stato mentale, come fanno gli psicofarmaci, ma insegnare a un bambino che i suoi problemi scolastici si risolvono con una pillola è disastroso per la sua formazione e non gli permette di affrontare e risolvere la vera causa delle sue difficoltà.
Sabato 08 aprile alle ore 12:00 presso l’Auditorium al Duomo il dott. Giorgio Antonucci terrà il seminario intitolato “ Critica alla Psichiatria” .
Per maggiori informazioni www.ccdu.org.
Firenze: numerose presenze alla mostra “Psichiatria: controllo sociale e violazione dei diritti umani”
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