Fisica: una nuova scoperta sulla materia primordiale potrebbe mettere alla prova i modelli teorici presenti

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Nuova ‘ricetta’ per studiare le condizioni estreme della materia primordiale, ossia quella nata subito dopo il Big Bang. Le ‘zuppe’ di plasma venivano solitamente ottenute solo mediante collisioni di nuclei pesanti. Adesso, per la prima volta, uno degli esperimenti condotti con il Large Hadron Collider (Lhc) ossia il più grande acceleratore del mondo dimostra che la materia primitiva può essere riprodotta anche con le più semplici collisioni tra protoni, le particelle di carica positiva che compongono i nuclei degli atomi.

L’esperimento internazionale Alice è stato guidato da un italiano, Federico Antinori, dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn). I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Nature Physics: si tratta di informazioni che aprono nuovi scenari e mettono alla prova i modelli teorici esistenti. “Il plasma di quark e gluoni, una sorta di ‘zuppa’ di particelle, è uno stato della materia che si pensa sia quello in cui si trovò l’universo nei primissimi istanti dopo il Big Bang”, ha osservato Vito Manzari, responsabile nazionale Infn di Alice.

La materia primordiale era stata sempre osservata soltanto nelle collisioni a energie elevatissime fra nuclei di piombo, mentre i nuovi risultati rivelano che è possibile osservarla anche nello scontro tra fasci di semplici protoni. Si tratta di un risultato inatteso e per certi aspetti rivoluzionario: se infatti da un lato offre un modo ‘diverso’ per indagare questo fondamentale stato della materia, dall’altro obbliga a rivedere alcuni dei modelli teorici che escludevano tali possibilità. “E’ un risultato scientifico di grande rilevanza, al cui raggiungimento – ha precisato Manzari – hanno contribuito in modo determinante i ricercatori dell’Infn e questo ci rende particolarmente fieri”.

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