E’ in orbita attorno al gigante Saturno dal 2004: ora la sonda internazionale Cassini si prepara al suo gran finale. A partire da oggi 26 aprile, la missione esplorativa nata dalla collaborazione di NASA, ESA e ASI, ha avviato la sequenza prevista di 22 immersioni tra gli anelli, fase finale del suo viaggio alla scoperta dei segreti del sesto pianeta del Sistema Solare.
Cassini porterà a termine il suo lavoro, a 20 anni di distanza dal lancio e dopo 13 anni di osservazioni ravvicinate, con una serie di ‘tuffi’ tra gli anelli, con l’obiettivo di raccogliere tutti i dati possibili e immaginabili sulla struttura di Saturno e sull’origine dei suoi anelli da una prospettiva privilegiata, la più vicina di sempre. Nessuna sonda prima di questa aveva mai osato tanto, spiega l’Agenzia Spaziale Italiana.
Durante il suo percorso di studi intorno a Saturno, la missione ha realizzato numerose scoperte (gallery in alto), svelando tra l’altro l’esistenza di un oceano con attività idrotermale sulla luna ghiacciata Encelado e mari di metano liquido su Titano.
Ma il Grand Finale – così lo chiamano gli esperti – non è la fine, bensì l’inizio di un nuovo capitolo, il più avvincente. Utilizzando le informazioni acquisite con l’esperienza maturata in loco e l’osservazione diretta, gli ingegneri del team hanno messo a punto un piano di volo che permetterà di ottimizzare l’occasione unica offerta dal tuffo fatale.
Il saluto definitivo sarà effettuato, dopo una serie di immersioni, il 15 settembre, quando Cassini prenderà congedo dal palcoscenico cosmico, inviando l’ultimo set di dati sull’atmosfera del gigante gassoso.
Ecco cosa sta accadendo in questi minuti, le fasi in corso se tutto procede come previsto:
- 02:00 ora italiana del 26 aprile – Cassini si avvicina a Saturno, al suo emisfero settentrionale, prima delle 22 “immersioni” nello spazio tra il pianeta e i suoi anelli;
- 10:34 – Mentre si sposta da nord a sud su Saturno, Cassini inizia a spostare l’antenna in direzione delle particelle in arrivo. Con questo orientamento l’antenna funge da scudo protettivo per la strumentazione e i sistemi della sonda;
- 11:00 – Cassini incrocia il piano degli anelli durante il suo “tuffo”. La strumentazione raccoglie dati ma Cassini non comunica ancora con la Terra;
- 09:00 del 27 aprile – La Terra ha la prima opportunità di comunicare con la sonda, mentre l’antenna del Deep Space Network è in ascolto del segnale;
- 09:30 – Iniziano ad essere disponibili le prime immagini.
La Missione
La Missione Cassini-Huygens, realizzata in collaborazione tra NASA, ESA ed ASI, ha come scopo lo studio di Saturno e del suo sistema di satelliti ed anelli con particolare riguardo al satellite Titano. La missione è partita nell’Ottobre 1997, e, dopo un viaggio di sette anni, l’orbiter Cassini (realizzato dalla NASA) e la sonda Huygens (realizzata dall’ESA) hanno raggiunto il sistema di Saturno nel luglio 2004 e la sonda Huygens è felicemente atterrata sulla superficie di Titano il 14 gennaio 2005.
La missione CASSINI ha completato il suo primo ciclo di osservazione di Saturno e del suo sistema di satelliti nel giugno 2008, ma è già stata estesa fino al 2012. La fine missione è prevista nel 2017 limitata solo dalla necessità di evitare la possibile caduta sulla superficie di Titano o Encelado a causa della Planetari Protection.
Obiettivi Scientifici
Lo studio di Saturno e del suo sistema di satelliti ed anelli è un elemento cardine per la decodifica di alcuni dei processi primari dell’evoluzione di un sistema planetario ed in particolare di quello che è il più complesso dei pianeti gassosi. La missione Cassini con i suoi strumenti scientifici sta consentendo di approfondire la conoscenza della composizione, della struttura e delle proprietà fisiche e dinamiche dei corpi che costituiscono il sistema di Saturno.
Contributo Italiano
L’ASI è uno dei partner della missione Cassini: in base ad un accordo di collaborazione con la NASA ha sviluppato per la Cassini l’antenna ad alto guadagno con incorporata un’antenna a basso guadagno (che assicureano le telecomunicazioni con la Terra per l’intera durata della missione), lo spettrometro VIMS, il sottosistema di radioscienza (RSIS) e il Radar che utilizza anch’esso l’antenna ad alto guadagno. L’ASI ha inoltre sviluppato, per la sonda Huygens, lo strumento HASI che ha misurato le proprietà fisiche dell’atmosfera e della superficie di Titano.