“Per la prima volta una sentenza riconosce il nesso di causa tra l’uso improprio del cellulare e il tumore al cervello. Ora crediamo sia necessario riflettere su questo problema e adottare le giuste contromisure. Anche a livello politico e legislativo“. Lo hanno dichiarato gli avvocati Renato Ambrosio e Stefano Bertone, dopo la sentenza di primo grado del Ttribunale di Ivrea, del 30 marzo, che ha riconosciuto la correlazione tra il prolungato e improprio utilizzo del telefono cellulare e la comparsa di un tumore al cervello. I due legali rappresentavano un dipendente di una grande azienda di telefonia che per 15 anni ha utilizzato per circa 3-4 ore al giorno il cellulare: nel 2010 l’uomo è stato colpito da un tumore al cervello. Nella sentenza di marzo il tribunale di Ivrea ha condannando l’Inail al pagamento di un’indennità di circa 500 euro al mese per tutta la vita della vittima.