A Norcia è stata riaperto Palazzo Seneca, sede del relais all’interno del centro storico della città, primo albergo tornato ad accogliere turisti dopo il terremoto. Il Premier Paolo Gentiloni ha voluto mandare una lettera di auguri ai proprietari: “Rivolgo i miei auguri alla proprietà e ai lavoratori con la convinzione che questo momento di ripartenza potrà essere un segnale di speranza per tutta la comunità. Una tappa importante – ha sottolineato il premier – nel percorso di ricostruzione e di rilancio dell’economia locale”.
All’inaugurazione presente anche il sindaco Nicola Alemanno, Per Norcia, “la prima vera giornata di normalità dal 24 agosto scorso“, afferma il sindaco Nicola Alemanno, insieme, fra gli altri, alla presidente della Regione, Catiuscia Marini, al ministro della Giustizia, Andrea Orlando e a a Vasco Errani, commissario straordinario alla ricostruzione post-terremoto. Per il Sindaco Alemanno si tratta, per Norcia, della “prima vera giornata di normalità dal 24 agosto scorso“, mentre il Ministro Orlando lo ha definito “un fatto importante e di grande valore simbolico che sta a testimoniare come a Norcia si possa tornare e si possa investire”.
L’edificio risale al 1500, nel corso degli anni ha subito diversi restauri che hanno reso la struttura più solida, permettendole di resistere persino al terremoto del 30 ottobre scorso. Palazzo Seneca rappresenta il primo albergo di Norcia, oltre ad essere uno dei primi dell’Umbria: prima del terremoto erano 130 i dipendenti a lavorare lì, adesso ne sono stati riassorbiti 60. Tra i tanti anche lo chef stellato Valentino Palmisano. “Ripartiamo da questa struttura per dare un segnale di fiducia all’economia del territorio”, ha detto Carlo Bianconi, il proprietario, assieme ai figli Vincenzo e Federico.
E proprio la fiducia – ha ribadito Vasco Errani – è “la cosa fondamentale della ricostruzione post-sisma, oltre alle risorse e all’impianto generale”. “Norcia saprà rialzarsi in un percorso di rinascita che potrà contare sulla valorizzazione delle molte eccellenze”, ha scritto ancora Gentiloni nella lettera alla famiglia Bianconi. “Abbiamo bisogno di una ricostruzione di qualità e in sicurezza – ha sottolineato la presidente Marini – che non rappresenti solo il ‘riparare’ o il ‘ricostruire’, ma che sappia guardare al futuro consentendo a tutti, alle famiglie come alle imprese, di mantenere qui le proprie radici e il proprio progetto di vita”.