“Boom di presenze a Napoli, soprattutto stranieri. Torna anche il turismo di qualita’, con gli alberghi di lusso del lungomare dalle camere tutte occupate, tranne che per alcune suite da 5mila euro a notte nello storico ‘Vesuvio’ che ha ospitato dal tenore Enrico Caruso al presidente americano Bill Clinton.” Lo rivelano i primi dati di Federalberghi e alcune classifiche di settore. Napoli quest’anno vede il 90% delle stanze occupate,più del 10% rispetto allo scorso anno, con Napoli al quarto posto tra le citta’ italiane scelte come meta di soggiorni pasquali. E, come sempre nel periodo pasquale, regna sovrana la pastiera, la torta di ricotta e grano tipica della ricorrenza, ora pero’ declinata in molte varianti innovative.
Ed è ‘guerra’ tra i pasticcieri, divisi tra Tradizionalisti e sperimentatori. Di questa ultima fazione, Sal De Riso. “Quest’anno la propongo anche di cioccolato – spiega – con una ganache di cacao venezuelano al 73% amaro mescolata a panna. Ho voluto fare un dolce piu’ vicino a chi non ama il gusto antico, mantenendo pero’ l’aroma dei fiori d’arancio e la leggerezza della ricotta”. “Non perdiamo di vita la tradizione – l’altola’ di salvatore Sirica, da 41 anni firma della migliore pasticceria campana – le innovazioni vanno bene ma non devono prevaricare”. “Su 100 pastiere che si vendono – precisa – solo 2 non sono tradizionali. Comunque quello che conta e’ sempre la qualita’ dei prodotti che si usano e del risultato finale. Io sono orgoglioso di fare da sempre una pastiera casalinga da pasticcere. Le tradizioni vanno rispettate“.
Anche sull’agnello, altro cibo tradizionale di Pasqua, cii sono due flussi di pensiero: chi sceglie di proporre menu’ vegetariani e chi sottolinea una continuita’ con il passaato. E’ il caso di due chef stellati, Peppe Aversa, ‘mago’ de ‘Il Buco’ di Sorrento, una stella Michelin, e Ivan Russo, ai fornelli della ‘Pergola’, il ristorante del sorrentino 5 stelle di lusso “Bellevue”. “Baccala’ al posto dell’agnello – dice Aversa, sicuro – ma lasciando intatta la tradizione dei legumi freschi, con i piselli ridotti in crema, e delle patate, non alternando consistenze. E tutti prodotti del territorio, per meglio coccolare una clientela che nel tempo ha preso sempre piu’ le distanze dalla carne e soprattutto da animali come l’agnello”. “Ho nella mia carta anche pasti vegetariani e vegani, perche’ ci sono nuove consapevolezze ma per me Pasqua e’ l’agnello”, sintetizza Russo. “Lo ripropongo, con la lasagna di carne, con le uova sode e la ricotta salata e le favette. Certo le sensibilita’ mutate propongono a noi chef nuove sfide, ma la tradizione dell’agnello va rispettata”, chiosa Russo.