Pasqua ebraica e Pasqua cristiana: le origini storiche ed il loro significato

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Pesach deriva del verbo ebraico Pasoah che significa “passare oltre”, e si riferisce all’episodio terrificante in cui l’angelo della morte, durante la notte della decima piaga, si fermò nelle case degli egiziani colpendone tutti i primogeniti, ma pasach, “passò oltre”, le case degli ebrei sugli stipiti delle quali, in segno di riconoscimento, era stato spruzzato del sangue dell’agnello sacrificale. Verso il VI secolo prima dell’Era Cristiana, in tutto il mondo mediorientale si diffuse una nuova lingua, l’aramaico. Molti fra gli stessi ebrei adottarono l’aramaico come lingua corrente, e in aramaico il termine Pesach è tradotto con Pascha.

PASQUA EBRAICA 3L’attinenza fra le due parole, Pascha e Pasqua, è evidente. Gli Ebrei dicono così: “Pesach zeman charutenu” (“Pasqua tempo della nostra liberazione”). Si tratta della festa centrale del loro ciclo liturgico, nata a causa di una fuga che Dio trasforma in vittoria. Sono i capitoli 12-13 e 14 dell’Esodo a parlarci dei momenti che la precedono e seguono; soprattutto della notte della traversata del mar Rosso verso la Terra Promessa in cui il Signore forma il popolo d’Israele. In questa notte nasce l’identità di popolo e proprio durante questo pellegrinaggio verso Canaan riceveranno il dono per eccellenza, la Torah, il Pentateuco, sigillo del patto stipulato col Signore. Solo accogliendo la Torah, Israele sarà completamente libero di poter servire il suo Dio nella Terra ricevuta in dono.Per quanto concerne la Pasqua cristiana, invece, fu il Concilio di Nicea del 325 a stabilire che essa fosse celebrata la prima domenica dopo la luna piena che seguiva l’equinozio di primavera, e cioè in una data tra il 22 marzo e il 25 aprile. La Pasqua cristiana, che cade sempre di domenica, comprende un periodo di 7 giorni, noto come la “Settimana Santa”, che fa seguito alla Quaresima e alla festività delle Palme.

E’ una settimana caratterizzata da riti religiosi solenni nel ricordo della crocifissione, morte e resurrezione di Gesù ed è considerata la festa religiosa più importante del Cristianesimo. Nei primi tre giorni, dal lunedì al mercoledì, la liturgia è dedicata alla riconciliazione con Dio. Il giovedì si apre con la Messa del Santo Crisma, nella quale sono benedetti i tre oli santi usati nella somministrazione dei sacramenti (il Santo Crisma, l’olio dei Catecumeni e l’olio degli infermi) e si conclude con la Messa “in Cena Domini”, in ricordo dell’Ultima Cena, con la cerimonia della Lavanda dei piedi e con la processione solenne all’Altare della Reposizione, dove Cristo sarà adorato nel “Sepolcro”.

Il Venerdì è il giorno dedicato alla contemplazione con lo svolgimento della “Via Crucis” che ripercorre l’ultimo giorno di vita di Gesù; il sabato è dedicato alla riflessione e alla preghiera e si conclude con l’accensione del cero e la Veglia Pasquale, composta di quattro momenti: la Liturgia della Luce (benedizione del fuoco e preparazione del cero), la Liturgia della Parola (letture della parola di Dio), la Liturgia Battesimale (benedizione dell’acqua battesimale) e la Liturgia Eucaristica (rinnovamento del mistero pasquale della resurrezione). La domenica è dedicata alla festa della Resurrezione di Gesù all’interno della Chiesa e delle famiglie cristiane.

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