Presso i servizi alcologici dell’Ausl Toscana Centro lo scorso anno sono stati seguiti 1901 pazienti (ambito territoriale fiorentino 1.171, ambito empolese 202, ambito pratese 245, ambito pistoiese 283) che costituiscono il 3% dell’utenza totale dei servizi alcologici italiani. Sul totale degli utenti i maschi sono 1.329 (70,1%) e 572 le femmine (29,9%); il rapporto tra maschi e femmine è pari al 2,3 (dato italiano 3,4). I nuovi pazienti che si sono rivolti ai servizi alcologici dell’Azienda Sanitaria sono il 21,3% dell’utenza complessiva (dato italiano 26,6%). L’analisi dei dati per età, sottolinea la dottoressa Laura Ulivieri, del Servizio Sociale Dipendenze Area Fiorentina e coordinatrice Osservatorio Socio-epidemiologico delle Dipendenze, indica che la classe di età caratterizzata dalla massima frequenza è quella di 40-49 anni. Preoccupante il fatto che i nuovi pazienti sono più giovani rispetto a quelli già in trattamento: il 10,7% dei nuovi utenti ha meno di trent’anni, mentre per quelli già in trattamento la percentuale è pari al 6,2%. I nuovi utenti ultracinquantenni costituiscono il 34,5% e quelli già in trattamento il 45,7% dell’utenza totale. Si osserva inoltre che il 31,9% dei pazienti è disoccupato mentre il restante 55,4% ha una occupazione, di questi il 46% ha un lavoro stabile. Rispetto alle tipologie di trattamento, nel 2016, spiega il dottor Gabriele Bardazzi, alcologo dell’Ausl Toscana Centro, il 17% dei pazienti è stato sottoposto a trattamenti medico-farmacologici in regime ambulatoriale, il 30% al counseling, rivolto al paziente o alla famiglia. Per il 40% dei pazienti è stato effettuato un trattamento psico-socio-riabilitativo, comprensivo di inserimento in comunità terapeutica. “E’ certamente da sottolineare il dato dell’invio a Gruppi di Auto Mutuo Aiuto (Alcolisti anonimi, Club alcolisti in trattamento e Club Alcologici territoriali) che nell’Ausl Toscana Centro è pari al 13%, mentre il dato italiano si attesta al 4,5% – spiega Bardazzi – L’importanza della frequenza ai gruppi di auto-aiuto è testimoniata anche da dati di letteratura che documentano come negli alcolisti che frequentano i club alcolisti in trattamento, l’astinenza nell’ultimo anno di trattamento raggiunga il 70%”. I servizi alcologici collaborano attivamente con tutte le metodologie dell’auto-aiuto: il metodo Hudolin in cui i familiari e gli alcolisti partecipano contemporaneamente alle riunioni e il metodo dei 12 Passi nel quale l’alcolista effettua un programma separatamente dai familiari che invece frequentano altri gruppi (Al Anon). L’efficacia dei trattamenti ha una evidente ripercussione sui costi sanitari e sociali, nel territorio dell’Ausl Toscana centro infatti il 70,6% degli alcolisti nel primo anno di trattamento hanno effettuato un ricovero per patologie alcol correlate (cirrosi epatica tumori, ecc ) . Si è inoltre osservata una mortalità degli alcolisti cinque volte superiore alla popolazione generale oltre che per le cause più note (cirrosi epatica, tumori …) anche per cause inerenti gli stili di vita come le malattie correlate all’infezione del virus hiv. Oltre ai trattamenti ambulatoriali, nell’Azienda Sanitaria è attivo anche il programma del Centro Alcologico diurno. “Questa struttura – commenta la dottoressa Antonella Manfredi, direttore area dipendenze Ausl Toscana Centro – ospita utenti che pur effettuando un programma di trattamento nei servizi territoriali, non riescono ad ottenere una stabile astinenza dall’uso di sostanza alcoliche o pazienti che dopo un ricovero in urgenza vengono inviati per consolidare la raggiunta sobrietà e per l’attivazione di un programma riabilitativo. Nel 2016 il Centro ha ospitato 64 pazienti per 1.379 giornate di permanenza”. Il Centro di consulenza alcologica fornisce anche un supporto alla commissione medico legale patenti di guida per coloro che hanno violato il Nuovo Codice della Strada. Viene effettuata una valutazione alcologica dell’utente ed una attività informativa e di prevenzione attraverso specifici incontri di gruppo. “L’abuso di alcol è un fenomeno preoccupante e chi inizia a bere prima dei sedici anni ha un rischio maggiore di sviluppare alcol dipendenza in età adulta rispetto a chi inizia non prima di ventuno anni – ricorda Manfredi – L’alcol è una sostanza psicotropa che se assunta a dosi elevate può causare dipendenza. Il consumo di alcol in quantità non adeguata è un comportamento che può causare problemi di salute o aggravarli sia per chi beve che per le altre persone e può essere la causa di incidenti stradali e infortuni. L’abuso inoltre, è responsabile dell’insorgenza di numerose patologie anche molto gravi e potenzialmente mortali”.