Quella dei super-batteri resistenti agli antibiotici “è una problematica globale. Ben venga dunque il Piano contro i batteri multiresistenti studiato dal ministero della Salute. Anche l’industria è impegnata su questo fronte: c’è stato un risveglio d’interesse della ricerca, dopo anni in cui ci veniva detto che gli antibiotici erano tanti. Ma la ricerca ha i suoi tempi, ecco perché penso che sia fondamentale educare i cittadini a un uso corretto degli antibiotici”. Lo afferma all’AdnKronos Salute il presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi, che evidenzia “due punti chiave: la terapia antibiotica va fatta fino in fondo, altrimenti il batterio non è debellato e se poi torna l’infezione c’è il rischio che abbia sviluppato una resistenza. Ma è importante anche un uso appropriato delle vaccinazioni, per evitare l’infezione”. Intanto la ricerca non si ferma, e negli ultimi mesi si sono moltiplicati gli studi, internazionali e italiani, che hanno individuato nuove potenziali molecole nelle profondità marine, nel terreno o in alcune piante, in grado di scardinare le difese dei super-bug. Quanto alle ricerche in corso in Italia, gli antibiotici rappresentano la seconda categoria di farmaci dopo gli antitumorali. “La penicillina è stata ricavata da una muffa – ricorda Scaccabarozzi – L’industria cercherà di fare la sua parte e non lascerà nulla di intentato, ma bisogna anche dire che gli orizzonti aperti dalle biotecnologie erano impensabili fino a pochi anni fa”. Solo che la messa a punto di nuovi farmaci richiede tempo. “Possiamo dire che sono in arrivo a livello mondiale 7.000 nuovi farmaci, e fra questi ci sono anche antinfettivi e antibiotici. La ricerca è un processo lento – conclude – l’industria ha un atteggiamento responsabile ed è convinta dell’importanza del corretto uso dei propri prodotti. L’antibiotico è un farmaco molto serio, va impiegato bene e solo quando serve”.