Il Sistema sanitario nazionale “non e’ ugualmente strutturato in tutto il Paese” per assistere adeguatamente il numero crescente di malati cronici in Italia, destinato ad aumentare con l’invecchiamento della popolazione, e questa situazione, “in una prospettiva non lontana, potrebbe mettere a rischio la tenuta stessa del sistema: se non si interviene per tempo non riusciremo a gestire tutti questi pazienti”. Il monito arriva da Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto superiore di sanità e coordinatore dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane, che ha sede presso l’Università Cattolica di Roma, in occasione della presentazione del Rapporto Osservasalute 2016. “Complici i non sempre perfetti stili di vita e soprattutto la disparità di accesso ai servizi dei cittadini delle diverse regioni – rileva Ricciardi – le malattie croniche colpiscono gli italiani a un’età sempre più precoce, il che significa che gli italiani dovranno convivere con queste patologie per un numero di anni sempre maggiore, con conseguente abbassamento della qualità della vita e costi sempre più insostenibili per il SSN”.
Per di più con l’aumento dell’aspettativa di vita, avverte, “dato di per sé assolutamente positivo, aumenteranno purtroppo anche gli anni vissuti in cattiva salute; si prevede che, nel 2050, potremmo portarci dietro un non desiderabile fardello di malattie croniche per 10 anni in più rispetto a quanto avviene oggi”. Ma “cosa ancora più grave, è che il SSN non è ugualmente strutturato in tutto il Paese per assistere adeguatamente questa vasta popolazione di persone, che vanno seguite e curate soprattutto con l’assistenza sanitaria territoriale; questa situazione – conclude Ricciardi – potrebbe mettere a rischio la tenuta stessa del sistema”.