Il peso dell’economia circolare siciliana, nel 2016, è stato quello di 96 aerei di tipo Boeing 777 messi uno sopra l’altro. Ammontano infatti a quasi 13 milioni di chili i rifiuti tecnologici – pile, batterie, smartphone, pc, elettrodomestici, moduli fotovoltaici e molte altre apparecchiature elettriche ed elettroniche – trasformati da Cobat in nuove materie prime da reimmettere nel ciclo produttivo dell’economia dell’isola. Sono questi i numeri emersi nel corso di ”Economia Circolare in Sicilia: riciclo, legalità e lotta alle ecomafie per lo sviluppo del territorio”, organizzato da Cobat nella sede della Presidenza della Regione Siciliana a Palazzo d’Orleans. Al convegno, dopo il saluto del Presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta, sono intervenuti Vania Contrafatto, Assessore Regionale all’Energia e ai Servizi di Pubblica Utilità, con delega ai rifiuti; Maurizio Croce, Assessore Regionale al Territorio e all’Ambiente; Antonio Lo Dico, del Corpo Forestale della Regione Siciliana, responsabile dell’Ispettorato Ripartimentale delle Foreste di Messina; Gregory Bongiorno, vicepresidente di Cisambiente, Confederazione di Imprese di Servizi e Ambiente aderente a Confindustria e dedicata al settore degli operatori dei servizi legati ai rifiuti, all’Ambiente e all’energia rinnovabile. Ha chiuso il convegno Claudio De Persio, direttore operativo di Cobat, che ha illustrato i risultati raggiunti in Sicilia, le pratiche illegali che persistono e i vantaggi della legalità nel ciclo dei rifiuti. ”L’Anac, solo qualche mese fa – dichiara l’Assessore Regionale all’Energia Contrafatto – sulla gestione dei rifiuti del passato in Sicilia ha parlato, giustamente, di una transizione infinita, un tempo di mezzo segnato da una serie di logiche clientelari e condizioni di oligopolio, riconoscendo peraltro che il lavoro che abbiamo svolto converge nella giusta direzione. La legalità, oltre a essere un valore permeante della cultura di un popolo, occupa una posizione di primissimo piano anche nella valutazione dell’impatto economico. Per andare oltre l’emergenza da tempo ho proposto capitolati di gara standard e regole precise e definite per tutti”. “La gestione dei rifiuti – ricorda l’assessore Regionale all’Ambiente Croce – è un tema ancora irrisolto in Sicilia e di non facile soluzione. I danni all’Ambiente e agli ecosistemi terrestri e marini sono inevitabili ma possono essere superati. E’ una delle sfide ambientali del nostro territorio che ci ha imposto di raggiungere degli obiettivi, anche attraverso l’utilizzo dei fondi comunitari della nuova programmazione ormai in fase concreta di avvio, quali la riduzione della produzione dei rifiuti urbani, l’aumento di materie che possono essere destinate al riutilizzo e al riciclaggio minimizzando lo smaltimento in discarica, la bonifica di aree inquinate per restituirle alla produttività”. ”Lottare contro le pratiche illegali – aggiunge Claudio De Persio, Direttore Operativo di Cobat – consente alle imprese che rispettano la legge di non subire la concorrenza sleale di chi si affida a soggetti non autorizzati, permette all’economia di beneficiare di nuove materie prime e ai cittadini di vivere in un Ambiente pulito, magnificando il già enorme potenziale turistico della Sicilia”. ”È un ambito nel quale ogni sacca di opacità (di sistema, procedurale ecc.) – specifica Vicenzo Franza, Consigliere Delegato di Cobat e Presidente dell’impianto di riciclo siciliano Esi – danneggia quelle aziende che, con le immaginabili difficoltà di contesto, fanno della legalità la propria stella polare. Ma è anche, o forse proprio per questo, un ambito in cui è possibile una condotta antimafiosa praticata e non solo proclamata”. ”Il conferimento dei rifiuti presso le discariche autorizzate – chiarisce Antonio Lo Dico, del Corpo Forestale della Regione Siciliana – comporta notevoli impegni economici pertanto, per evitare costi ingenti, si ricorre all’utilizzo di discariche abusive. Nei casi più ciclopici le discariche abusive gestiscono un vero e proprio traffico illegale di rifiuti. In altri casi si assiste all’abbandono dei rifiuti nel territorio. Pratiche che comportano, a causa dei percolati organici, inquinamento delle falde freatiche, del suolo e delle acque fluviali e marine”. ”Oltre ai casi di illegalità che vengono accertati da forze dell’ordine e magistratura – aggiunge Gregory Bongiorno, vicepresidente di Cisambiente – c’è anche qualche nota positiva. Proprio in questi ultimi mesi in Sicilia, se parliamo di rifiuti urbani , grazie anche all’intervento dell’ Ufficio Speciale per la Raccolta Differenziata di recente costituzione, si sta facendo tantissimo. Ormai moltissimi comuni hanno attivato i servizi di raccolta differenziata porta a porta raggiungendo in poco tempo percentuali di raccolta differenziata eccezionali”. Cobat è presente in Sicilia con una raccolta capillare a chilometro zero. Sono infatti 5 i Punti Cobat – aziende autorizzate alla raccolta e allo stoccaggio distribuite in maniera omogenea sul territorio – che hanno servito le isole ecologiche e le imprese di piccoli e grandi comuni, dal mare alla montagna, avviando al riciclo i rifiuti nei 2 impianti di trattamento siciliani. (AdnKronos)
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Sicilia, Cobat: in un anno raccolti 13 milioni di kg di rifiuti tecnologici
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