Tempo di riposo per New Horizons, la sonda NASA protagonista nel luglio 2015 dello storico incontro con Plutone e recentemente arrivata a metà del suo cammino.
Dopo un incessante lavoro di osservazione ai confini del Sistema solare, il globe-trotter cosmico si è così meritato la sua prima vacanza, iniziata lo scorso 7 aprile e della durata prevista di ben 157 giorni.
La lunga “pennichella” di New Horizons – spiega l’Agenzia Spaziale Italiana – terminerà all’inizio di settembre, quando la sonda uscirà dalla cosiddetta fase di ibernazione per riprendere il suo lavoro, più in forma di prima.
Al momento del freezing, New Horizons si trovava a 5,7 miliardi di chilometri dalla Terra, viaggiando a una velocità di circa 51mila chilometri orari.
Ma prima di chiudere provvisoriamente il suo potente occhio puntato su Plutone, la sonda ha trovato il modo di non farsi dimenticare. Le ultime immagini raccolte sono infatti così preziose da costituire uno strumento unico per misurare niente meno che la luminosità di tutte le galassie dell’Universo.
I risultati, pubblicati su Nature Communications poco dopo l’ibernazione di New Horizons, sono stati ottenuti da dati dallo strumento Long Range Reconnaissance Imager (LORRI) installato sulla sonda per misurare la luce visibile dalle galassie.
“Calcolare quanta luce proviene da tutte le galassie oltre la nostra Via Lattea è stata da sempre una grande sfida per l’astrofisica osservazionale – dice Michael Zemcov del Rochester Institute of Technology e prima firma dello studio. – Grazie a New Horizons siamo riusciti a fare un ‘catalogo della luminosità’, e dovremmo essere in grado di produrre una misura definitiva della luce diffusa nell’Universo locale.”
Un risultato importante per la sonda NASA, che dopo aver prodotto una mappa a 360 gradi di Plutone si prepara, quando sarà finito il suo letargo, alla ‘conquista’ di 2014 MU69, l’oggetto della Fascia di Kuiper designato come prossimo obiettivo della missione.
