La nostra stella è teatro di continue battaglie. Tra gli episodi più estremi ci sono le eruzioni solari, violentissime esplosioni che possono sprigionare energia equivalente a varie decine di milioni di bombe atomiche. Gli astronomi studiano da tempo questi fenomeni ultra energetici, cruciali nel determinare il clima spaziale della porzione di Universo in cui viviamo.
Ora un nuovo studio pubblicato su Nature afferma per la prima volta che le eruzioni solari di grande o media scala potrebbero essere causate tutte dallo stesso processo.
La ricerca, coordinata dall’Università di Durham e dal Goddard Space Flight Center della NASA, ha utilizzato simulazioni al computer in 3D per comprendere l’origine delle violente esplosioni sul Sole.
In particolare, gli scienziati si sono concentrati sui getti coronali – scoppi relativamente piccoli di plasma solare – e sulle più potenti espulsioni di massa coronale (CME, da Coronal Mass Ejection), dove giganti nubi di plasma e campo magnetico vengono schizzati nello spazio ad altissime velocità.
Fino ad oggi – spiega l’Agenzia Spaziale Italiana – si pensava che questi due tipi di eruzione solare avessero origini diverse, anche se i meccanismi che li determinano sono ancora parzialmente sconosciuti.
Il nuovo studio su Nature mostra invece che i getti coronali e le CME sono innescati dallo stesso meccanismo: in entrambi i casi, le esplosioni avvengono quando le linee del campo magnetico al di sopra dei getti di plasma si rompono e poi si ricongiungono violentemente.
Si tratta di un fenomeno noto come ‘riconnessione magnetica’, lo stesso che determina le aurore polari (immagine a destra).
“Prima credevamo che ci fossero processi diversi alla base delle variazioni di intensità delle eruzioni sul Sole, – dice Peter Wyper dell’Università di Durham e prima firma dell’articolo – ma il nostro studio fornisce un modello nuovo per spiegare questa attività solare, uniformandola”.
Trovare un ‘progenitore’ comune per esplosioni di portata così diversa potrebbe aiutare a comprendere e in futuro prevedere meglio il comportamento della nostra stella.
“Le esplosioni solari – spiega Wyper – possono arrivare a influenzare lo spazio intorno alla Terra, ad esempio interferendo con le comunicazioni satellitari. Per questo per noi è fondamentale essere in grado di capire e monitorare l’attività del Sole.”